lunedì 4 febbraio 2008

Laici: sveeeglia!



Rianimateli, che li stiamo perdendo...
da l'Orizzonte degli eventi blog.

Anche se non lo ammetterebbe mai, la destra è preoccupata per le sorti della consultazione elettorale, visto che il dato per morto centrosinistra potrebbe rianimarsi nel morto vivente PD di Veltroni e che ai sondagi che li danno vincitori a valanga credono solo i sondagisti di Berlusconi. Con l’astensionismo che potrebbe salire a livelli stellari occorrono argomenti forti, che mirino diritti allo stomaco, meglio ancora un po’ più sotto, alla massa intestinale.
State allegri quindi, perché la destra, dopo notti insonni, ha trovato finalmente l’argomento attorno al quale far girare tutta la prossima campagna elettorale.
Visto che in Italia una destra moderna e laica, nonostante tutti gli sforzi peristaltici di Fini è impraticabile, aspettatevi tutto l'armamentario del peggior clericofascismo di ritorno, alla ennesima crociata contro i soliti bersagli, le donne e tutti i portatori di istanze di diritti civili, come gli omosessuali, le coppie di fatto e i malati che chiedono di poter morire in pace.
Prima le donne e i bambini, si dice, ed ecco che la rioccupazione del potere comincia dai nostri uteri.
Prima Ferrara con la moratoria contro l’aborto, ora un documento dei ginecologi di quattro università romane che invitano i colleghi a tentare comunque la rianimazione di un feto nato pretermine al limite di sopravvivenza della 23a settimana, limite che tra l'altro la legge 194 fissa per permettere l’interruzione di gravidanza.
Attenzione, lo si deve rianimare anche se la madre è contraria, e scusate se è poco.
Ricordiamo che un aborto che avvenga alla 23a settimana è sempre di tipo terapeutico, perché il feto è malformato e le sue chances di sopravvivenza sono scarse oppure perché la madre corre pericolo di vita a causa di una gravidanza problematica.
L’aborto volontario intercorre sempre nelle primissime settimane quando si parla ancora di un embrione assolutamente incapace di sopravvivere autonomamente in ambiente extrauterino.
Nonostante uno dei medici che hanno stilato il documento abbia dichiarato questa sera al TG1 che il discorso si riferiva ai nati pretermine voluti dai genitori e non ai feti abortiti, il messaggio comunque era già arrivato forte e chiaro, oltretutto nella giornata dedicata dalla Chiesa alla difesa della vita.
La propaganda funziona così. Si prende un documento ambiguo, se ne distorcono le motivazioni, si mescolano realtà e fantasia e si usa il prodotto finale come una mazza ferrata contro il vero obiettivo della campagna.
Nei casi ai quali si riferiva il documento, ai bambini nati pretermine in rischio di vita, nessuna madre sana di mente si opporrebbe ai tentativi di rianimazione del piccolo, perché la gravidanza è voluta e a volte disperatamente cercata.
Inserire la frase “anche se la madre è contraria” (perché magari non vuole infliggere inutili sofferenze al piccolo e lasciarlo morire in pace), significa allargare pretestuosamente il discorso all’aborto terapeutico che può avvenire anche al limite delle 23 settimane.
Scoprire che il feto è anencefalico, ovvero privo di cervello quindi incompatibile con la vita, può condurre i genitori a questo tipo di scelta dolorosa.
Ed ecco che a questo punto, oltre all’aborto, con questo documento si dà una mazzata anche al diritto all’eutanasia, ovviamente sempre confusa in maniera disonesta con l'eugenetica.
I classici due piccioni con una fava, e ovviamente si criminalizza ancora una volta la donna, ritraendola come colei che di fronte al pianto disperato di un povero bambino nato prematuro chiede al medico di sopprimerlo comunque. Una pura creazione propagandistica come i comunisti che mangiano i bambini ma che tanto colpisce l’immaginario collettivo.
Queste donne non esistono, come dice nel bellissimo articolo "Aborto, ma dove sono le donne Erode che descrivono i cattolici?" Gennaro Carotenuto ma tant’è, fanno parte della mitologia cattolica che, dice ancora Gennaro, idolatra la madre martire che si lascia morire per mettere al mondo un orfano.
E' questa mitologia, assieme al culto della famiglia indissolubile e fondata sulla diade uomo-donna, che ci propineranno nei mesi a venire fino alla nausea. Vedremo se dall'altra parte della barricata politica si tireranno giù i pantaloni per offrire le terga al volere clericale oppure avranno la forza di opporvisi e difenderanno i nostri diritti civili.
Ho qualche dubbio però. Qui da rianimare sono soprattutto i laici. Coraggio, che li stiamo perdendo.

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Sono mesi che lo vado dicendo: ma perché pare che della questione della laicità dello Stato interessi -quasi- solo quelle due o tre associazioni lgbt che si sbattono per organizzare cortei, contestazioni e manifestazioni? E tutti gli altri? Quei milioni di cittadini laici, atei, agnostici, ma anche "cattolici adulti" dove sono? Cosa fanno, dormono? No perché così sembra che occuparsi di queste faccende sia solo per ex sessantottini sfigati, ragazzini (e studenti: vedi il caso Sapienza) fancazzisti e vecchi tromboni intellettuali. Sveeeeglia!

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