Nel surreale, grottesco 'dibattito' sull'aborto è entrato ormai da mesi, con la grazia di un ippopotamo in un negozio di cristalleria, l'ateo devoto per eccellenza, ovvero Giuliano Ferrara, ex comunista, ex agente della cia, ex parecchie cose. Già la definizione di 'ateo devoto' è un aborto linguistico, oltre che sociale, ma quando l'ateo devoto in questione fa la crociata pontificando ovunque e arriva a polemizzare anche con in comici come Luciana Litizzetto (che dio ce la conservi, è l'unica a parlare di laicità agonizzante senza peli sulla lingua) allora arriviamo all'assurdo.
Bisogna parlare solo se informati, dice Ferrara; e io credo che ha perfettamente ragione, proprio per questo vorrei tanto dirgli: Ferrara, si operi, diventi donna, si faccia inseminare in vitro (a meno che si trovi un temerario volontario), si faccia i suoi nove mesi di gestazione, e poi partorisca, pregando il suo 'dio ateo' che il feto sia sano.
Solo dopo, forse, potrà parlare di aborto. Solo quando si sarà sentito anche lei una scatola vuota, un contenitore asettico per feti, o al massimo una bestia da riproduzione, che poi è come lei -e i suoi degni compari di crociata- sta facendo sentire le donne. Auguri e figli maschi.
F.
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Spernacchiamo l’elefantino clericofascista
di Luciano Pecorelli
E fu così che il marito della credente Anselma, l’obeso Giuliano Ferrara, portò la sua immensa mole ad autointervistarsi da Lucia Annunziata, che ha fatto qualcosa (ma solo qualcosa) per distinguersi dal cellulitico neo portavoce dell’Opus Dei. Il Goebbels dall’immenso deretano ha sproloquiato sull’inutilità del profilattico agli africani (forse perché tanto sono neri), sulla sua immensa ambizione (è indeciso se fare il sindaco di Roma o il ministro della sanità), sul suo essere devotamente (ed ateamente) ai piedi di Ratzinger, e sull’invenzione della lista pro life (sembra il marchio di uno di quei strani metodi per dimagrire che non funzionano mai). Ha poi continuato a sparare maleodoranti cazzate contro l’aborto e contro le donne che sono costrette a ricorrervi, il tutto con il rigore scientifico, l’onestà intellettuale e la foga di un Tomas de Torquemada. E dopo aver insultato (more solito) Emma Bonino e i Radicali, non Pannella perché ne teme visibilmente le reazioni, ha dichiarato con presunzione ed arroganza che la sua lista prenderà dal 6 al 7%. Fino a qui niente di nuovo penserete voi, ma non è così, per niente: lo spermatozoo gigante ha infatti rivelato di essere stato da giovane un mascalzone, e di aver lasciato, con indifferenza, che ben tre donne da lui medesimo ingravidate abortissero. A parte il fatto che sono completamente solidale con le tre malcapitate, che comunque hanno pagato con il trauma dell’interruzione forzata della gravidanza la propria incontinenza sessuale col “Jabba the Hutt de noantri”, mi sento in dovere di ringraziarle per aver impedito nel dolore una riproduzione che avrebbe creato seri problemi etici (far sesso con un elefantino è già cosa grave, ma volerne partorire il frutto è aberrante).
La novità è, in ogni caso per me, che il lardoso vicario di Ruini abbia trovato ben tre donne con cui copulare (a parte la credente Anselma), una novità che rischia di incrinare a lungo la mia stima per il gentil sesso, che potrà riscattarsi ai miei occhi di Radicale nonviolento solo in un modo, spernacchiandolo alla manifestazione che l’italico Hermann Goering ha promesso per l’8 marzo. Quella è ancora la festa della donna, non della donna barbuta…anche se ha copulato tre volte (forse quattro con la credente Anselma). Avanti donne, diamo la paga al ciccioso misogino, è lui il pericolo, battiamolo e sconfiggiamo la controriforma di Ratzinger e Ruini, il finto liberalismo di Berlusconi ed il clericofascismo di ritorno.
Spernacchiamolo, dopo ci sentiremo tutti meglio…e lui tornerà ad essere quello che è sempre stato,…un gigantesco peto… E per quel giorno un solo slogan: portiamo Ferrara ed il Foglio nel WC e lasciamoceli.
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Spernacchiamo l’elefantino clericofascista
di Luciano Pecorelli
E fu così che il marito della credente Anselma, l’obeso Giuliano Ferrara, portò la sua immensa mole ad autointervistarsi da Lucia Annunziata, che ha fatto qualcosa (ma solo qualcosa) per distinguersi dal cellulitico neo portavoce dell’Opus Dei. Il Goebbels dall’immenso deretano ha sproloquiato sull’inutilità del profilattico agli africani (forse perché tanto sono neri), sulla sua immensa ambizione (è indeciso se fare il sindaco di Roma o il ministro della sanità), sul suo essere devotamente (ed ateamente) ai piedi di Ratzinger, e sull’invenzione della lista pro life (sembra il marchio di uno di quei strani metodi per dimagrire che non funzionano mai). Ha poi continuato a sparare maleodoranti cazzate contro l’aborto e contro le donne che sono costrette a ricorrervi, il tutto con il rigore scientifico, l’onestà intellettuale e la foga di un Tomas de Torquemada. E dopo aver insultato (more solito) Emma Bonino e i Radicali, non Pannella perché ne teme visibilmente le reazioni, ha dichiarato con presunzione ed arroganza che la sua lista prenderà dal 6 al 7%. Fino a qui niente di nuovo penserete voi, ma non è così, per niente: lo spermatozoo gigante ha infatti rivelato di essere stato da giovane un mascalzone, e di aver lasciato, con indifferenza, che ben tre donne da lui medesimo ingravidate abortissero. A parte il fatto che sono completamente solidale con le tre malcapitate, che comunque hanno pagato con il trauma dell’interruzione forzata della gravidanza la propria incontinenza sessuale col “Jabba the Hutt de noantri”, mi sento in dovere di ringraziarle per aver impedito nel dolore una riproduzione che avrebbe creato seri problemi etici (far sesso con un elefantino è già cosa grave, ma volerne partorire il frutto è aberrante).
La novità è, in ogni caso per me, che il lardoso vicario di Ruini abbia trovato ben tre donne con cui copulare (a parte la credente Anselma), una novità che rischia di incrinare a lungo la mia stima per il gentil sesso, che potrà riscattarsi ai miei occhi di Radicale nonviolento solo in un modo, spernacchiandolo alla manifestazione che l’italico Hermann Goering ha promesso per l’8 marzo. Quella è ancora la festa della donna, non della donna barbuta…anche se ha copulato tre volte (forse quattro con la credente Anselma). Avanti donne, diamo la paga al ciccioso misogino, è lui il pericolo, battiamolo e sconfiggiamo la controriforma di Ratzinger e Ruini, il finto liberalismo di Berlusconi ed il clericofascismo di ritorno.
Spernacchiamolo, dopo ci sentiremo tutti meglio…e lui tornerà ad essere quello che è sempre stato,…un gigantesco peto… E per quel giorno un solo slogan: portiamo Ferrara ed il Foglio nel WC e lasciamoceli.
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