mercoledì 7 maggio 2008

Sono un cittadino di serie B



Allora, il neo sindaco neo fascista di Roma dice che il Gay Pride è solo ostentazione dell'omosessualità: esibizionismo sessuale, dice per la precisione, e lui a questo è contrario nel caso fosse opera sia di omosessuali che di eterossessuali.
Accidenti, mi viene spontaneo da pensare: in tutti questi anni mi sono perso chissà quanti Straight Pride! Avrei partecipato volentieri...
La dichiarazione di Alemanno ha suscitato il solito coro di reazioni da parte delle associazioni lgbt storiche, quelle di sinistra e quelle di destra: si distingue
GayLib, che scodinzola come al solito (prima di prendere i soliti schiaffoni, sono pronto a scommetterci) spostandosi, anzi franando sempre di più in un caso clinico di omofobia interiorizzata di massa, con la brillante idea di sfilare in giacca e cravatta. Sono più sinceri i trans che vanno in giro col culo scoperto che loro, che -loro si!- devono mettersi una maschera, la giacca e la cravatta, per non vergognarsi di loro stessi.
Che bello sarà, però: sembrerà una delegazione dei Testimoni di Geova al Pride! Spero solo che non faccia troppo caldo quel giorno di giugno.

Ma di che ci si stupisce? Quelle di Alemanno sono dichiarazioni di un fascista, dov'é la novità? Dovevano aspettarselo.
Adesso, in consiglio comunale cercheranno "una formula che non offenda nessuno", cioé faranno svolgere -forse- il corteo nella Cloaca Massima, se va bene, così nessuno lo vede e nessuno si offende. Si, perché questo Paese oltre ad essere cattolico al 100% (tu, laico che stai leggendo: anche tu sei cattolico, non ci provare!) è anche piuttosto impressionabile. Pare infatti che ovunque si sia svolto il Pride, negli anni passati, si sia registrato un crollo verticale delle nascite e ancor prima dei matrimoni, mentre quelli già celebrati rovinavano in lunghe cause civili di divorzio e tutti i bambini che venivano lasciati in casa con le finestre aperte mentre sotto sfilava il corteo manifestavano improvvisamente desiderio di mettere la gonna -i maschietti- o la cravatta -le femminucce. Una tragedia, insomma.

La verità è che siamo sempre stati cittadini di serie B, uguali doveri ma la metà dei diritti.
Non c'é da nascondere che noi stessi abbiamo le nostre responsabilità, abbiamo perso anni e anni delegando la lotta per i nostri diritti a un paio di gruppetti di potere che hanno usato la nostra delega per fare politica di bassa lega, ereditando cioé dalla sinistra parlamentare lo stesso modo settario, vittimista e inciucista di fare politica senza peraltro ottenere nulla. Rifiutandoci, in gran parte, di capire che la lotta deve essere prima culturale che politica, la lotta si fa nella vita di tutti i giorni, nelle nostre famiglie, sul posto di lavoro...
Esemplare il post di oggi di Gianmario Felicetti su
Famiglia Fantasma, e lo voglio riportare integralmente:

Quando facciamo capire ai nostri cari che siamo omosessuali senza dirlo, spesso lasciamo che i nostri affetti più importanti ci disonorino: capita che la nostra identità viene disprezzata e usata come capro espiatorio delle frustrazioni di tutto il nucleo famigliare allargato… e capita che restiamo zitti, accettiamo, mangiamo il piatto della cena e indossiamo camice pulite e stirate, e ogni mattina usciamo di casa dicendo “ciao ma’, ciao pa’”.

Quando al lavoro nascondiamo di essere omosessuali, ci lasciamo disonorare dai colleghi, dove facciamo sì che i nostri affetti non valgano nulla a livello contrattuale. Nel lavoro l’arduo equilibrismo del don’t ask don’t tell è l’ago instabile di una bilancia: da una parte la nostra integrità, dall’altra la busta paga. E ogni mattina diciamo “Tutto bene?” “Tutto ok”. Se non fosse che la nostra anima sia stata venduta a quel diavolo di omofobia, proprio come Faust: firmando un contratto.

Quando decidiamo che dobbiamo essere gay solo nel privato, ci lasciamo disonorare da una opinione pubblica per la quale, giustamente non esistiamo. Ci lasciamo disonorare da una televisione che parla di noi solo con le parole del Papa, perché è l’unico che parla di noi. E l’omofobia interiorizzata cresce silenziosa sul nostro mutismo: temiamo di essere diversi e temiamo il diverso che è in noi.

Quando pensiamo di essere strani e diversi, ci lasciamo disonorare dai compagni di scuola, che ci prendono in giro. Che a volte ci picchiano. Che ci insultano e ci tormentano quotidianamente. Che ci dicono: “Tu non puoi entrare in questo bagno”. Che volte ci uccidono addirittura. E noi stiamo zitti.

Se avessimo continuato a votare una sinistra che promette, promette, ma lo fa solo per rubare i nostri voti, ci saremmo fatti disonorare da un sistema politico marcio e antidemocratico.
Finalmente, almeno per una cosa siamo riusciti a guadagnarci un po’ di onore.

E facendo così, abbiamo intrapreso una strada ardua, che abbiamo il dovere di continuare.
Sarà difficile riconquistarci l’onore nelle scuole, in famiglia, nell’opinione pubblica, al lavoro. Ma è quello che dobbiamo fare.
Coraggio quotidiano. Capacità di trovare strade nuove e abbandonare vecchi schemi. Unità e solidarietà. Ce la faremo?
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Questo è quanto. Adesso, spero che anche certe associaziono lgbt implodano e spariscano come sono spariti, tragicamente, i partiti di sinistra.

Nel frattempo... siccome saremo pure cittadini di serie B ma le tasse le paghiamo come tutti gli altri, come la mettiamo? Rilancio la boutade -perché tale si è dimostrata, visto che non le hanno dato un seguito- lanciata al Pride dello scorso anno: sciopero fiscale!



Oppuve, chiediamo al pvossimo ministvo dell'economia di esseve esonevati dal pagamento (nel mio caso dalla detvazione, essendo io lavovatove dipendente) di metà delle tasse che, vegolavmente, paghiamo allo Stato.
Vingvazio sin d'ova il ministvo, che sono cevto capivà la nostva posizione. Un cavo saluto.

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