Non c'é niente da fare: gli omosessuali, o meglio, tutto il 'popolo' GLBT sta facendo da termometro, da indicatore di una profonda mutazione involutiva della società occidentale, una nuova epoca dominata dall'oscurantismo tendenzialmente repressivo di matrice religiosa -come fu nel medioevo- che sta arrivando e che in pochi anni rischia di imporsi definitivamente, infilandosi come un cuneo nell'estrema debolezza della politica.
Il dibattito di questi giorni sulla proposta di legge contro l'omofobia -che è solo l'esempio più attuale- è grottesco, e davvero preoccupante. E' vero, come dicono fior fiore di sociologi anche cattolici, che questa civiltà è malata alla radice perché priva di "valori", genericamente, di "riferimenti"; su questo si può essere d'accordo, ma solo sulla diagnosi, non sulla terapia. Perché su quest'ultima si arriva inevitabilmente allo scontro di ideologie, ove quelle religiose sono assolutiste in tutto e per tutto, variano solo nelle sfumature.
Io vedo una situazione contorta, oggi, dove una parte di cittadini si fa rappresentare dalla religione e la religione cerca di contrastare non il "relativismo", che per i più è un termine cervellotico senza significato pratico, ma il consumismo che gli è d'ostacolo. Un'altra parte di cittadini invece resta in pratica senza rappresentanza (politica e culturale) e non può fare altro che confidare proprio nel consumismo, che solo ha il potere di 'distogliere' dalla ricerca di spiritualità, specie da quella "violenta" (vedi le dichiarazioni della Binetti, sorta di Fhurer in gonnella).
Ecco perché questi papi ce l'hanno tanto col il consumismo.
Riporto, con tanta tristezza, gli ultimi sviluppi della vicenda degli "psicologi" cattolici (contraddizione in termini, ma tant'é) che pretendono di 'curare' gli omosessuali.
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E' POLEMICA SUI "GUARITORI DI GAY"
Clericali furiosi per la denuncia
venerdì 28 dicembre 2007 , di Liberazione
di Aurelio Mancuso*
C 'è subbuglio in diversi ambienti cattolici dopo il reportage di Davide Varì pubblicato l'altro giorno su Liberazione . La pubblicità non richiesta non è mai gradita, soprattutto quando si è abituati a camminare in corridoi silenziosi dai lustri pavimenti, con passo svelto e dimesso. La chiesa cattolica italiana sta importando dagli Usa forme di evangelizzazione aggressiva che non le sono congeniali. Le bislacche teorie di Joseph Nicolosi, smontate pezzo per pezzo dalla comunità scientifica internazionale, e sostenute oltreoceano non dai cattolici, ma delle chiese evangelicali, quelle che per intenderci hanno permesso la rielezione di Bush, sono difficili da maneggiare. In Italia un ottimo libro di Paolo Rigliano e Margherita Graglia del 2006, "Gay e Lesbiche in psicoterapia", contiene un intero capitolo dedicato a "Le terapie riparative tra presunzioni curative e persecuzione". Quindi la materia è nota e da anni come associazioni Lgbt denunciamo la diffusione delle assurdità di questo pseudo psicoterapeuta americano, che in Italia trovano sostegno grazie a un lavoro sotterraneo ma costante dell'Opus Dei, dei Legionari di Cristo, delle Università cattoliche, di centinaia di parrocchie ed istituti religiosi. Una rete non ufficiale, ma assai estesa che si pone l'obiettivo politico di "guarire" gli omosessuali.
Non tutti gli omosessuali, certamente non quelli che sono interni alla gerarchia, o appartengono alla complessa organizzazione centrale e locale della chiesa. E' sufficiente pescare nel vasto mare delle emozioni individuali di migliaia d'omosessuali sofferenti, con alle spalle storie dolorose e complesse, a volte vittime di violenze e discriminazioni, per trovare i candidati giusti alla "guarigione". Perché tutte le difficoltà della vita di queste persone dipendono ad un'unica disgrazia: la pratica omosessuale.
I tanti gay credenti, sacerdoti e non, con cui ho relazione tramite email, sms, incontri più o meno catacombali, sono un buon polso della situazione. Su quello che è avvenuto in questi giorni, è calato un eloquente silenzio. A parte alcuni gruppi informali di gay credenti, molto vicini alla gerarchia, che mi hanno inviato parole non educate, dalle associazioni ufficiali, sacerdoti impegnati, gruppi storici, tutto tace. E' comprensibile la ferita è profonda, e il sentimento di vergogna nei confronti d'alcuni settori della chiesa che hanno deciso di impegnarsi in quest'assurda battaglia, è davvero profondo.
Tra l'altro si tratta di una guerra che rientra in una più generale preoccupazione, perché il cattolicesimo internazionale ha bisogno, soprattutto nel continente americano e in Africa, di contrastare la forte erosione di adepti a favore di queste nuove sette evangelicali. E il terreno di scontro principe è proprio il moralismo sessuale. Quindi, il Vaticano si trova in Europa a dover contrastare l'indubbia secolarizzazione e scarsa incidenza dei dettami cattolici sulle scelte individuali e degli stati (a parte l'Italia) e in America Latina, USA e una parte consistente di Africa, una concorrenza dura sul terreno dell'integrità del comportamento personale del credente.
Per questo, i gruppetti sparsi in Italia da Milano a Roma, passando per Parma, Genova, Palermo, Verona e tante altre città che silenziosamente negli istituti o parrocchie aiutano gli omosessuali a guarire, fanno parte di un progetto complessivo importante. Si tratta di uno scontro durissimo, e la gerarchia ha affidato a "truppe" scelte e motivate il compito di contrastare in vari ambiti l'avanzata dei due avversari. Da qui l'emergere in pubblico delle numerarie in Senato, degli psicologi cattolici intenti a non ritenere valide le disposizioni dell'OMS, la proliferazione di preti, monaci, diaconi in ogni trasmissione televisiva.
Ma tornando al reportage di Davide, bisogna rilevare che anche se Cantelmi tenterà di negare che lui e il suo staff vogliano guarire i gay, (la Binetti su La Stampa non gli ha reso un buon servizio, insistendo invece proprio sul fatto che fa bene a guarire i gay…) utilizzando i soliti giri di parole, concetti strampalati da cattolicese pseudo scientifico (il linguaggio più pericoloso), al fondo rimane una robusta verità: lui come tanti altri psicologi, medici, psichiatri, ecc. cattolici mettono al primo posto non le determinazioni scientifiche, non le regole condivise dalla comunità internazionale, non la fede, ma il pregiudizio fanatico. La fede, Gesù, i Vangeli, non c'entrano nulla. Il riferimento da cui i legionari, i numerari, gli adepti delle varie legioni del papa prendono esempio non è la Croce, ma il trono del Cristo Re, non è la mangiatoia di Betlemme, ma le casule incrostate laminate d'oro esibite con orgogliosa simonia nella notte di Natale.
Ma ognuno può risolvere le incoerenze cristiane nella propria intimità. E' nello spazio pubblico che Cantelmi, Binetti, Bobba e tanti altri vanno sfidati. Se il loro fanatismo religioso diventa incompatibile con le leggi, con la convivenza, con le determinazioni scientifiche allora è ora di porre una questione diretta e cruda: una parte del cattolicesimo italiano vuole porsi al di fuori della città dell'Uomo? Saranno interessanti i prossimi anni per capire se ciò che temiamo si realizzerà davvero: un'involuzione valoriale, culturale, sociale, di quello che una volta era una pezzo importante della convivenza civile del paese. Gli omosessuali, la loro impossibile guarigione, sono solo un simbolo, una tragica ammissione di una sconfitta storica, pagata sullo scarto tra l'amore infinito del nazareno e l'aridità plurisecolare della sessuofobia di schiere di maschi eunuchi per il regno dei cieli.
*Presidente nazionale Arcigay
BINETTI: "COME NEUROPSICHIATRA HO ESPERIENZA DECENNALE DI OMOSESSUALI CHE SI FANNO CURARE. NON SONO ANDATA A CERCARLI IO"
“Caro Walter, con i diktat non si costruisce il Pd”
venerdì 28 dicembre 2007 , di la Stampa
di GIACOMO GALEAZZI
ROMA È grave che Veltroni, spinto dalla pressione degli omosessuali, voglia soffocare il confronto su temi così importanti. No, Walter, non è con i diktat su unioni civili e omosessualità che si costruisce il Partito democratico». Prima nel forum alla «Stampa» con il laicissimo compagno di partito Piergiorgio Odifreddi, poi nel commento all’inchiesta di «Liberazione» sui terapisti cattolici che curano i gay come se fossero malati, la senatrice teodem Paola Binetti aveva definito una «patologia» l’omosessualità e invocato «piena libertà di coscienza» contro il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. Ieri, con una lettera alla «Stampa», è intervenuto per criticarla il segretario del Pd, Veltroni («Sui gay Binetti sbaglia e i Cus sono un passo in avanti per l’Italia»), ma lei non ci sta e denuncia il tentativo di «imporre dall’alto una volontà politica».
Veltroni la critica per la definizione di omosessualità come malattia. Cosa replica?
«Veltroni dice: io la penso così, io dico così e così si faccia. Ma come neuropsichiatra ho esperienza decennale di omosessuali che si fanno curare. Non sono andata a cercarli io, sono loro che sono venuti in terapia da me perché dalla loro esperienza ricavano disagio, sofferenza, ansia, depressione e incapacità di sentirsi integrati nel gruppo. Non sono io a sostenerlo, è un dato oggettivo. Fino a poco tempo fa il Dsm4, la “bibbia degli psichiatri” cui fanno riferimento il ministero della sanità, le Regioni e i principali manuali diagnostici, ha sempre inserito l’omosessualità tra le patologie del comportamento sessuale. Poi la lobby dei gay l’ha fatta cancellare. Ma noi specialisti continuiamo a collocarla tra i disturbi del comportamento sessuale».
Ma sui temi eticamente sensibili non ha diritto di esprimersi anche il segretario del Pd?
«Certo, però quella di Veltroni è un’esplicita mossa politica che anticipa e brucia il dibattito. In questa presa di posizione mi ricorda l’imitazione che ne fa Crozza: difende il riconoscimento dei diritti individuali, “ma anche” la specificità della famiglia. Intanto, però, detta al Pd come esprimersi in questioni su cui ferve il confronto. Invece di favorire la condivisione e la riflessione interna, la sua dichiarazione è uno stigma. Sulle unioni civili, per esempio, c’è un disegno di legge in discussione al Senato, però manca ancora la formula che legittimi la condizione individuale dei conviventi senza creare un matrimonio di serie B come i Dico o di serie C come i Cus. Eppure l’analogia col matrimonio va esclusa. Veltroni non parla a titolo personale, ma da segretario che ha dietro tutto il pressing degli omosessuali che lo vogliono obbligare a schierarsi a loro favore».
Lei però dopo aver quasi fatto cadere il governo sull’emendamento anti-omofobia, rischia di far esplodere il Pd...
«La mia coscienza resta qua. La famiglia da modello di riferimento è stravolta in una caricatura, in una falsariga su cui poter scrivere qualunque diritto. Nella commissione per il manifesto dei valori del Pd e in Parlamento, stiamo cercando una sintesi, però gli ostacoli ci sono. Le unioni di fatto non prevedono solo diritti individuali, ma il riconoscimento del vincolo affettivo e le prerogative del matrimonio come la reversibilità della pensione, l’eredità, l’adozione. Nessuno nega al malato di farsi assistere in ospedale da chi vuole, però se alla relazione di fatto si vuole attribuire gli stessi diritti del matrimonio io mi opporrò sempre».
Fino a che punto?
«Non ho alcuna intenzione di uscire o di farmi cacciare. Però non si può mettere la fiducia o imporre una fedeltà di partito e un voto di gruppo su questioni che stravolgono il tessuto sociale. Il Pd rappresenta una novità assoluta del panorama politico italiano e anche le diversità contribuiscono allo spirito di rispetto e di dialogo. Però si deve avere il coraggio di dire le cose, di confrontarsi e di trovare le soluzioni necessarie. Senza richiamarsi alla coscienza tutto diventa possibile: i Dico, i Pacs, il matrimonio omosessuale con la possibilità dell’adozione».
ZACCARIA: "LA TERAPIA RIPARATIVA"
Parla la presidente dell'Ordine degli psicologi del Lazio
venerdì 28 dicembre 2007 , di Liberazione
Marialori Zaccaria, presidente dell'ordine degli psicologi del Lazio e membro del consiglio nazionale, ha appreso con sgomento l'esistenza delle pratiche terapeutiche per "guarire dall'omosessualità". «Leggendo l'inchiesta di Liberazione emerge uno spaccato che va contro il codice deontologico della nostra professione». Ed ancora: «Arriveremo fino in fondo a questa storia e accerteremo eventuali responsabilità di colleghi psicologi». Insomma una presa di distanza netta e decisa nei confronti di chi applica terapie medioevali.
Dottoressa Zaccaria, a quanto pare ci sono suoi colleghi che vanno in giro a guarire dall'omosessualità. Che ne pensa?
Prima di tutto ci tengo a sottolineare il fatto che il professor Cantelmi è uno psichiatra e non uno psicologo.
E sulla terapia riparativa? Che validità scientifica ha?
Le terapie riparative non esistono. E' come se un eterosessuale seguisse corsi terapeutici per diventare omosessuale. L'articolo 4 del nostro codice disciplinare parla chiaro: lo psicologo deve rispettare il diritto del paziente astenendosi dall'imporre il proprio codice di valori. Insomma, non deve esserci alcuna discriminazione in base alla religione, l'etnia, l'estrazione sociale, lo stato socio-economico, il sesso, l'orientamento sessuale e la disabilità.
C'è chi sta chiedendo interrogazioni parlamentari per chiedere l'espulsione degli psicologi coinvolti. Come ordine farete qualcosa?
Accerteremo senz'altro eventuali responsabilità.
A quante pare le terapie riparative hanno molti "pazienti", come spiega questo fenomeno?
Purtroppo le persone che hanno un diverso orientamento sessuale vivono ancora tante discriminazioni sociali. Una discriminazione che di per sè crea disagio. Quindi chi ha difficoltà pensa di risolvere le cose rivolgendosi a chi promette strane guarigioni. Voglio però ribadire che la "terapia riparativa" dell'omosessualità non esiste. Già un secolo fa Freud sosteneva che l'omosessualità non è una malattia. Chi dice il contrario dice una falsità scientifica e noi interverremo con una segnalazione alla commissione deontologica. Nello stesso tempo è evidente che bisogna organizzare eventi informativi e formativi adeguati.
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