martedì 22 gennaio 2008

La parola ai cattolici (gay)



In merito a dichiarazioni di Ruini sulla regolamentazione delle coppie di fatto omosessuali fatte nel 2006 (non ho il link ma tanto è inutile, sono sempre le stesse cose), il gruppo di omosessuali credenti romano Nuova Proposta, che io conosco per essere stato uno dei membri fondatori quasi vent'anni fa, emise questo comunicato, che è utile leggere, per chi ancora credesse che i cattolici fanno tutti quadrato con convinzione intorno alle gerarchie vaticane, su questo e su tanti altri temi.


Avevamo deciso, come associazione, di non cadere nella tentazione della rincorsa e della polemica quotidiana di fronte ai discorsi, agli annunci, agli attacchi a difesa della famiglia che dai vertici della Chiesa Cattolica si sono levati contro i Pacs e le coppie di fatto, ma soprattutto contro l'amore omosessuale.
Ma oggi dopo le dichiarazioni ai giornalisti del cardinale Ruini replichiamo con un forte sentimento di dispiacere. Un dispiacere che nasce da una emarginazione che, in nome dei diritti, della difesa della famiglia tradizionale, ci pone nell'angolo della società italiana come tutela dei diritti e della tutela dei nostri amori.
La non conoscenza, il pregiudizio lasciano spazio alla paura, ad ergere muri e barricate in difesa di un istituto, quello matrimoniale, che è altro e che nessuno vuole distruggere o mettere in discussione, ma solo affiancare ad altre forme di unione legalizzate da parte dello Stato: una matura presa di coscienza dei doveri, di solidarietà all'interno della coppia, con la tutela di essa da parte dello Stato.
L'apertura ai Pacs non è quindi, a differenza delle dichiarazioni del presidente dei vescovi italiani, equiparazione al matrimonio religioso e civile, non è un pericolo per le nuove generazioni, nè un vulnus alla tradizione etica e culturale del nostro paese, che per sua natura non può che essere dinamica, in continua evoluzione, ma è il riconoscere soggetto di diritti anche la coppia omosessuale.
Una comunità, quella omosessuale, che è forse la più grande minoranza priva di diritti e di tutele nel nostro paese.
L'esempio della Spagna dovrebbe illuminarci. Il matrimonio anche per le coppie omosessuali non ha minato l'istituto familiare tradizionale, non ha messo in crisi la famiglia, nè tantomeno il matrimonio religioso, nè la società.
Chiediamo con forza allo Stato e alla Chiesa, in tutte le sue articolazioni, di essere accanto agli uomini e alle donne di oggi per garantire veramente e promuovere il bene di tutta la società, come spesso ricorda papa Benedetto XVI. E il bene di tutta la società passa necessariamente per la strada della garanzia dei diritti di ogni persona a prescindere dal sesso, dalla religione, dalla razza e dall'orientamento sessuale.

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