L'outing del pinguino
di Mara Accettura
GB: una coppia di pennuti gay diventa un libro. Adottato dalle scuole contro l'omofobia tra i bambini.
Allo zoo di Central Park a New York ci sono molte coppie di pinguini. Una è composta da due maschi, Roy e Silo, che, qualche anno fa, grazie a un guardiano illuminato ed esperto in pene d'amore tra pennuti, hanno messo su famiglia. Covando prima un sasso e poi un uovo vero, ovviamente eterologo, da cui è nato il "loro" pulcino, Tango. Il fatto ha ispirato un libro per bambini, tra i 4 e gli 8 anni, che leggono a malapena, illustrato con tre tenerissimi pinguini che sbattono le ali felici e appassionatamente insieme, come non accade più neanche nelle famiglie tradizionali.
Tango non ha fatto a tempo a essere scaricato in libreria che And Tango Makes Three (Simon & Schuster) di Peter Purnell e Justin Richardson ha propagato un maremoto in tutti gli Stati Uniti. Per tutto l'anno scorso è stato in testa alla lista nera dell'American Library Association, provocando minacce, censure e proteste in vari Stati. Dall'Illinois al Missouri, in North Carolina e Georgia, Tennessee, Iowa e Indiana. "In pratica ogni settimana eserciti di genitori e insegnanti marciavano in biblioteca e strappavano il libro dagli scaffali. E ogni settimana, con pazienza, veniva ripristinato", racconta Purnell. "Ma ce lo aspettavamo perché negli Stati Uniti la questione gay è molto politicizzata". Questo non ha impedito al libro di arrivare alla decima ristampa e di essere tradotto in Spagna, Corea, Canada e Regno Unito. E, speriamo, presto anche in Italia. Siccome ogni volta che gli Usa starnutiscono l'Inghilterra si prende il raffreddore, ecco che un gruppo di insegnanti, con il finanziamento delle università di Sunderland ed Exeter e l'Institute of Education, ha lanciato un progetto pilota, No Outsiders (che terminerà nel dicembre del 2008), per adottare Tango e altri libri sullo stesso argomento in 15 scuole elementari. Motivo: combattere l'omofobia prima ancora che si manifesti nel cortile della ricreazione.
Ecco quindi King and King, di Linda de Haan e Stern Nijland, con il principe azzurro che scarta tre principesse prima di convolare a nozze con il fratello di una di loro (e vissero felici e contenti), Spacegirl Pukes, di Katy Watson, dove la piccola astronauta si prepara a una missione stellare grazie all'aiuto di due mamme, Loula e Neenee, If I had 100 mummies, di Vanda Carter, e l'esilarante coda di cento mamme che danno il bacio della buonanotte alla protagonista e The Sissy Duckling, di Harvey Fierstein, anatroccolo "effeminato" che preferisce infornare le torte piuttosto che giocare a pallone.
"Le scuole sono piene di libri che raccontano del signore e della signora Elefante, e dei signori Coniglietti. Padri e madri di tutte le razze. Era ora che arrivassero libri che tengano presenti le famiglie diverse", interviene Sophie Laws, madre lesbica (promotrice del gruppo che diffonde linee guida e materiale sulla monoparentalità negli asili (outforourchildren.co.uk). "È proprio a scuola che si sviluppa l'omofobia", dice Elizabeth Atkinson, insegnante della Sunderland University e coordinatrice di No Outsiders.
"Secondo una ricerca del 2004, condotta in 1.200 istituti, per l'80 per cento dei bambini "gay" è una parola offensiva. Ci si chiama gay o lesbica per insultarsi. E così i figli di genitori gay sono in prima linea sul fronte del bullismo". Molti si sono chiesti se sia giusto parlare di differenze sessuali ai pargoli. "Questi temi non dovrebbero gravare sulle spalle di bambini così giovani", dice Margaret Morrissey, portavoce della National Confederation of Parent Teacher Associations. Stephen Greene di Christian Voice è andato giù pesantissimo: "L'arroganza di gente come Elizabeth Atkinson, che usa i bambini come cavie, è scandalosa e assolutamente malefica".
Ma le coordinatrici e le attiviste non sono d'accordo. Le famiglie monoparentali esistono e crescono. "Già a due anni i bambini iniziano a fare domande tipo "Perché non ho un papà?" o "Perché non ho una mamma?". E potrebbero sentirsi rispondere cose inappropriate", dice Laws, che riferisce come spesso i cartoncini d'auguri vengano ancora indirizzati "a mamma e papà" o come, nelle coppie lesbiche, una delle madri venga chiamata " la tata" da insegnanti imbarazzati.
"Il silenzio cresce e i bambini scoprono che quello che vivono è inaccettabile. Parlarne alle superiori è tardi, perché a quell'età gli adolescenti hanno assimilato aspettative su come si comportano i diversi sessi. Deve passare il messaggio che essere diversi fa parte della normalità", continua Atkinson. Ma i libri non incitano all'omosessualità. "Non si può costringere nessuno a essere gay", dice Atkinson.
In più, "questi libri non mostrano rapporti sessuali ma personaggi che si vogliono bene e si prendono cura degli altri. King and King parla di due principi innamorati. In altri i padri gay sono un ingrediente della storia, non il focus", spiega Laws. Bisogna dire che in Tango il tema dell'omosessualità è intrecciato a quello dei papà responsabili. "Non è difficile parlare ai bambini", riprende Purnell, che scrive testi per teatro e tv. "Non ci siamo censurati per niente. Proprio per evitare controversie siamo andati più volte allo zoo a osservare gli animali".
In questo modo, continua Richardson, assistente di psichiatria alla Columbia University, "abbiamo semplicemente descritto quello che è accaduto ai due pinguini e, per questo, abbiamo scelto di non farli parlare. Non volevamo mettere nella testa degli animali motivazioni e sentimenti antropomorfi. Infatti è il guardiano dello zoo che interpreta il desiderio di un figlio". E normalmente a quel punto c'è sempre un alunno che si alza nel mezzo della lezione per interrompere la maestra "Ma allora sono gay!". A parte le critiche di gruppi religiosi conservatori (tra cui il Christian Institute e il Muslim Council of Britain), il No Outsiders ha ottenuto riscontri positivi, persino dalla Chiesa anglicana. E ora si iniziano a vedere i risultati.
"In una scuola un bambino di 8 anni ha urlato a un altro "sei gay!" e il maestro che passava di lì l'ha sfidato: "Cos'è, un insulto o un complimento?" mettendo fine alla questione", racconta Atkinson. A volte sono gli stessi bambini a rivedere gli stereotipi. "Mi hanno riferito di una bimbetta che urlava a un'altra "lesbica!" e quella: "Essere lesbica è ok!"". Ovunque poi fioriscono spettacoli di marionette e drammi teatrali ispirati a Tango. "Piccole cose", conclude Atkinson, che spera di diffondere il progetto in tutte le scuole. "Ma non sono quelle a cambiare il mondo?".
Ma ve la immaginate una cosa del genere in Italia?
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