Da Arcigay
I preti gay vivano liberamente la loro sessualità
Il sondaggio effettuato dal portale Gay.it su quanti lettori hanno avuto un rapporto sessuale con uomini di chiesa conferma ciò che il movimento lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender) italiano sostiene da molto tempo, ovvero che al di là delle mistificazioni moraleggianti della gerarchia cattolica esiste una pratica omosessuale molto diffusa tra i sacerdoti e che in molti casi avviene nei luoghi "sacri".
Il bel lavoro condotto da Gay.it ci d' 'opportunità, anche dopo la messa in onda della puntata di Exit su La 7, che ha affrontato il tema, di riaffermare con forza che esiste una vera e propria doppia vita di migliaia di preti. I quali, a volte, pubblicamente condannano le persone e le unioni omosessuali e poi, appena finita la predica, cercano negli oratori, nei seminari, addirittura nei confessionali o su internet di poter dare libero sfogo a pulsioni represse per lungo tempo.
Tutto ciò non deve stupire, infatti, 'omosessualità è una condizione naturale del'uomo, cui di certo non si sottraggono i sacerdoti.
Anzi, la chiesa cattolica ha conosciuto diversi papi, cardinali, vescovi omosessuali; per lunghi periodi della storia è stata u'istituzione rifugio di milioni di omosessuali consacrati e laici. Solo lo stravolgimento della verità scientifica e storica consente al'attuale gerarchia cattolica di erigersi come società casta ed astinente, così da poter ipocritamente elargire lezioni di moralità sessuale a destra e a manca.
Noi siamo vicini e solidali con i tanti preti omosessuali, che vivono con grande sofferenza 'insistente repressione interna operata dal papato tedesco, allo stesso tempo non si può tacere che proprio tanti alti prelati omosessuali sono i più duri censori degli altrui comportamenti sessuali, perché convinti che tutto debba rimanere nel'ambito del controllo del Vaticano. Ma la chiesa cattolica ormai non riesce più da una parte a nascondere le migliaia di abusi sessuali perpetrati nei confronti dei bambini e dei minori in tutto il mondo, e dal'altra a ridurre al silenzio quei preti, che non volendo essere confusi con questi orrori, rivendicano la possibilità di vivere alla luce del sole i loro rapporti 'amore etero od omosessuali. Il fatto più interessante è che finalmente in forme ancora catacombali, molti preti cattolici hanno iniziato ad organizzarsi in diffuse reti di solidarietà e questo rappresenta una speranza di radicale mutamento dentro la chiesa cattolica.
Né Ratzinger, né Bertone, né Bagnasco potranno mai imporre con le loro dure reprimende una libera espressione della sessualità, di cui evidentemente sono gelosi, sia al'interno e sia al'esterno della chiesa. Per questo siamo sicure e sicuri che anche in Italia la storia non potrà essere fermata, i nostri diritti e la nostra dignità di persone lgbt saranno conquistati, anche attraverso lo smascheramento di u'organizzazione che fa 'esatto contrario di quello che vorrebbe imporre agli altri.
Aurelio MancusoPresidente nazionale Arcigay
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Flavio Mazzini, pseudonimo di un aspirante giornalista che si è prostituito per anni per curiosità (e per campare), ha qualcosa da dire. Devo premettere che sebbene su ciò che egli scrive aleggia il sospetto di artificiosità, si tratta comunque di storie assolutamente verosimili. Io stesso ne ho conosciuti, di preti gay, e ho avuto amici impelagati in impossibili storie "d'amore" con sacerdoti che non causavano loro altro che sofferenza; e da uno di questi preti, molti anni fa, invece che l'aiuto richiesto per far chiarezza dentro di me, ho ricevuto una proposta esplicita di avere un rapporto sessuale. Per la cronaca: non ho ceduto.
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Don sesso
In chat non si sa se ci sono più preti gay o feticisti del colletto, i dibattiti sono infiniti, gli scandali (vedi il delitto delle guardie svizzere) insabbiati, e perfino Sua Santità si impunta e pretende che il prete sia virile, come se l'uomo in casa portasse davvero i pantaloni e la virilità fosse sintomo di coraggio, contrapposta alla fatua debolezza della donna.
Ne parlo con un uomo dalla grande cultura ed esperienza, che si definisce "troppo vecchio per non essere considerato altro che un povero pazzo": una sorta di infiltrato in Vaticano. Chiacchieriamo amabilmente, mi parla della sua vita ma anche di Dio e della Chiesa, dandomi quasi l'idea che quei due non abbiano molto a che vedere l'uno con l'altro.
I pomeriggi gradevoli sono sempre pieni di dubbi e di domande. "Non ho mai toccato un cazzo in tutta la mia vita", mi confessa e a me viene davvero da credergli, poi mi rivela quanti giovani sacerdoti o seminaristi gay ha tranquillizzato: "Al sesso si può rinunciare, perfino alla masturbazione", per quanto..
"I ventenni maschietti non riescono a pensare ad altro che alla fica", mi dice, "mentre per molti giovani omosessuali incapaci di accettarsi farsi prete può essere una soluzione". C'è la fede che sottende il tutto, ma c'è anche molta lucidità nell'analisi e forse un po' di rabbia.
Giovanni Paolo II chiedeva scusa a destra e a sinistra per gli errori commessi dagli altri papi, invitava i giovani a non avere paura, eppure non ha mai alzato un dito per noi gay. Benedetto addirittura sembra non aver altro da fare che attaccarci. Lui insinua che chi tanto strepita forse è il primo a non essersi accettato, ma a noi non interessa l'intimità del papa.
Sono i preti il vero mondo da scoprire, perché sono giovani, perché talvolta sono molto affascinanti, soprattutto perché compiono scelte radicali che poi non riescono a rispettare.
Ma perché dovrebbero mantenersi casti? Davvero Dio vuole così? Davvero è questo il problema in una Chiesa che esclude le donne dalle alte gerarchie, che non conosce democrazia, che rinuncia alla procreazione e quindi alla vita, ma non rinuncia mai a parlare del ruolo della donna, della democrazia, e della vita in genere? Perché chi ha scelto di non farsi una famiglia e di non fare sesso non si limita a rispettare coerentemente la propria scelta invece di ficcare il naso nelle mutande altrui?
I politici chinano la schiena davanti ai coloratissimi e ingioiellatissimi gerarchi ma nessuno (a parte l'amico Capezzone) azzarda a gridare che il re è nudo. Non serve indagare sullo Ior o sulla morte del povero papa Luciani, dal passionale e ingenuo "Dio è mamma". Noi gay possiamo testimoniare più degli altri, perfino più dei boy-scout, quanto il vituperato sesso alberghi anche tra i neri individui.
Le chat sono zeppe di monsignori sfacciati che qualcuno crede impostori. Può essere, ma per ogni finto prete col clergyman credo ci siano almeno tre veri preti in borghese.
Un mio amico ebbe una relazione con uno di loro che si spacciava per sindacalista, fino a che perfino il suo angusto cervello mangiò la foglia: vabbene difendere gli operai ma era troppo anche per lui uno che lavora tutte le domeniche e tiene sempre la Bibbia sul comodino.
Un altro ragazzo mi confessò che durante il servizio militare erano costretti ad ascoltare le invettive antionanismo del cappellano che poi, nel confessionale, prestava non solo l'orecchio a chi non riusciva proprio a trattenersi. "Posso aiutarti io, al limite", diceva. "E tu non ti sei accorto di niente?", gli chiesi, sbigottito di tanta influenza su ragazzi comunque maggiorenni. Mi rispose che cominciò a capire qualcosa quando glielo prese in bocca...
Addirittura l'altro ieri mi hanno detto di un ragazzo che passa i pomeriggi a piazza san Pietro a rimorchiare preti, uno dei quali lo avrebbe condotto per una sveltina fin dentro un confessionale dell'omonima basilica.
Non ho le prove di quanto affermo, quindi va tutto preso col beneficio di inventario, però il discorso di fondo non cambia: è stato detto già tanto ma pare non ci sia voglia di ascoltare. O forse, per me che vivo davanti piazza san Pietro e subisco orde di invasati e cumuli di immondizia (la fede sembra non si sposi con l'educazione civica), questa città accetta il paradossale compromesso tra la funzione di guida spirituale della Chiesa, il suo palese potere economico e le tante note stonate. I Romani convivono con qualunque cosa senza mai ribellarsi e Romani (dovunque siano nati) sono pure i gay che non si stupiscono di vedere colletti bianchi girare per i parchi o infilarsi negli armadietti di qualche sauna e magari si ingrifano per un simile abbigliamento e ciò che rappresenta.
Le parafilie - moderno nome delle perversioni - sono tante, ognuno ha le sue. Un prete in fondo è un uomo come tutti gli altri, anche sotto il profilo sessuale. Noi lo abbiamo capito e non ne facciamo un dramma. Ma forse lo ha capito anche Sua Santità, che non a caso vorrebbe preti sempre più virili.
Flavio Mazzini
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