lunedì 18 febbraio 2008

La parola ai cattolici - 3





Un interessantissimo punto di vista di un mesetto fa sulla Chiesa attuale, prendendo spunto dal noto caso della Sapienza, da parte dei cattolici di Noi siamo Chiesa:

E’giusto che Benedetto XVI parli all’Università di Roma ma la Chiesa diventi consapevole delle sue responsabilità per il clima di clericalismo/laicismo che si è creato nel paese.

Il portavoce nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Penso che si debba ascoltare il Papa alla “Sapienza”. Mai, noi che ci rifacciamo all’ispirazione del Concilio Vaticano II e che siamo spesso in disaccordo con le autorità ecclesiastiche, abbiamo condiviso censure, silenzi od ostracismi di alcun tipo nei confronti del magistero della Chiesa e, a maggior ragione, nei confronti di quello del vescovo di Roma. Sarà importante ascoltare il suo messaggio ai professori ed agli studenti.
Ciò premesso, come credenti nell’Evangelo preoccupati del compito di evangelizzazione che spetta alla nostra Chiesa, ci sentiamo in coscienza di dover fare le seguenti considerazioni :
1) il Vaticano e la Chiesa non possono sentirsi emarginati o zittiti nella situazione che si è determinata in questi giorni nel nostro paese. E’ un vittimismo ingiustificato. I vertici della Chiesa hanno oggi in Italia un’esposizione mediatica quasi senza precedenti e diffusi consensi, più o meno di comodo, in vaste aree dell’opinione e delle istituzioni. Contemporaneamente, al proprio interno nella Chiesa, le espressioni di dissenso ed il dibattito sono oggetto di continui silenzi od esplicite censure.
2) il Vaticano e la Conferenza episcopale Italiana diventino consapevoli che il circolo vizioso clericalismo/laicismo, che si è ormai creato nel nostro paese, è anche la diretta conseguenza del loro eccessivo ed indebito protagonismo nella politica e nella società, che si è accentuato con il nuovo pontificato. Invece di proporre il messaggio, povero di potere e di strumenti, di Gesù di Nazareth, assistiamo sempre di più a “campagne” che difendono l’identità cristiana mentre -mi sembra- sarebbe necessario un passo indietro per testimoniare la fede nel silenzio, nella preghiera e in un dialogo pieno di accoglienza e di misericordia nei confronti di chi soffre, di chi è in ricerca e di chi non conosce la Parola di Dio.
In spem contra spem mi aspetto che Benedetto XVI si presenti all’Università di Roma in un atteggiamento di umiltà, con la volontà di ascoltare ed anche di dichiararsi consapevole di quei peccati della Chiesa di ieri e di oggi che Giovanni Paolo II ebbe il coraggio di riconoscere nell’anno del Giubileo.”
“NOI SIAMO CHIESA”
Roma, 15 gennaio 2008

“Noi Siamo Chiesa” fa parte del movimento internazionale We Are Church-IMWAC, fondato a Roma nel 1996. Esso è impegnato nel rinnovamento della Chiesa Cattolica sulla base e nello spirito del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965). IMWAC è presente in venti nazioni ed opera in collegamento con gli altri movimenti per la riforma della Chiesa cattolica. Nella loro pagina di invito alla adesione al movimento, dicono tra l'altro:

(...) Il movimento “Noi Siamo Chiesa” questo anno ha compiuto dodici anni; sono un attimo se rapportati alla storia della Chiesa ma sono un fatto importante se si pensa che questo movimento è nato in modo non programmato, solo in conseguenza del successo di adesioni in tutta Europa all’ “Appello dal popolo di Dio” che nel 1996 ha proposto ai vertici della Chiesa sei punti di riforma nella linea del Concilio. Essi erano e sono : dialogo e pluralismo nella Chiesa, ruolo della donna, eucaristia comunitaria ed ammissione ad essa dei divorziati risposati, celibato facoltativo del clero, riammissione dei preti sposati al servizio della comunità, superamento delle discriminazioni verso gli omosessuali, libertà di coscienza per quanto riguarda la regolazione delle nascite, impegno per la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato. Il movimento “Noi Siamo Chiesa” è da allora continuato in modo informale, senza mezzi materiali, nel silenzio totale e non casuale dei media cattolici e dovendo soffrire degli abbandoni e delle passività di quanti si sono ben presto resi conto che concrete riforme non si riuscivano ad ottenere.
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