"L´OMOSESSUALITà è DISONOREVOLE". GAFFE (?) DELLA CASSAZIONE
L´Arcigay: gravissimo e inaccettabile.
mercoledì 20 febbraio 2008, di la Repubblica via Gaynews
ROMA - Un rapporto omosessuale giudicato al pari di un rapporto incestuoso. «Fatti disonorevoli», entrambi. Fatti che un testimone può decidere di tacere, per non dover spiegare che cosa faceva in un determinato giorno, in un certo posto e a una certa ora.
Fa discutere una sentenza delle sezioni unite della Cassazione, la n. 7208 del 14 febbraio scorso. Nel dispositivo i giudici stabiliscono che è punibile chi non si avvale della astensione dal testimoniare che gli è concessa in base all´articolo 384 del codice penale e commette false dichiarazioni «per salvare il prossimo congiunto da un grave e inevitabile nocumento».
La polemica coinvolge le motivazioni usate nella sentenza per argomentare la decisione, che riguardano la tutela accordata dal primo comma dell´articolo 384. I "casi di non punibilità", scrivono i giudici, riguardano non soltanto le dichiarazioni indizianti (il testimone sarebbe altrimenti costretto ad autoaccusarsi) «ma anche tutte le altre dichiarazioni dalle quali potrebbero emergere fatti disonorevoli (un rapporto incestuoso, un rapporto omosessuale) per il testimone».
Quanto scritto è «un fatto gravissimo» e «inaccettabile» per il presidente nazionale di Arcigay. Aurelio Mancuso chiarisce che «è gravissimo che un organismo istituzionale come le sezioni unite della Cassazione definiscano "fatto disonorevole" un rapporto omosessuale mettendolo nero su bianco in una sentenza». E poi punta l´indice contro il dispositivo che, mentre ragiona sui diritti del testimone e la tutela della testimonianza, offre «una definizione di omosessualità come fatto disonorevole» e la mette a confronto con un rapporto incestuoso.
Al centro della polemica finiscono i giudici della Cassazione ma anche il clima omofobo degli ultimi mesi che solo due giorni fa ha "prodotto" l´incendio dello storico locale gay vicino al Colosseo, il Coming out, e prima ancora il rifiuto di un tassista di prendere a bordo nella capitale un giovane gay. «L´omosessualità non può essere un fatto esposto come stigma sociale», contesta Mancuso. «E l´omofobia dei giudici e anche della classe politica è prodotta dal clima di omofobia dilagante nel nostro paese». E ribadisce: «Ci consideriamo assolutamente orgogliosi dei nostri amori e dei nostri rapporti. Disonorevole è il pregiudizio sociale».
Nei mesi scorsi un´altra sentenza della Cassazione prendeva posizione in difesa delle unioni omosessuali. A luglio 2007, chiamati ad esprimersi sul caso di un immigrato senegalese che aveva fatto ricorso contro l´ordinanza di espulsione in Senegal, spiegando di essere gay e di non poter tornare nel suo paese dove l´omosessualità viene perseguita come reato, i giudici della prima sezione civile avevano stabilito che è giusto proteggerlo davanti a prove certe. E motivato: «La libertà sessuale va intesa come libertà di vivere senza condizionamenti e restrizioni le proprie preferenze sessuali».
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