da No God
27 docenti della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cassino hanno sottoscritto un documento (quello che segue) sull’invito rivolto a Benedetto XVI dal rettore Paolo Vigo e dal Presidente della Provincia Francesco Scalia (PD).
Ci risiamo?
Dalle agenzie di stampa nazionali abbiamo appreso dell’invito a tenere una lectio magistralis presso l’Ateneo di Cassino che il Rettore, professor Paolo Vigo, e il Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone, avvocato Francesco Scalia, hanno congiuntamente rivolto, per il tramite dell’Abate di Montecassino, al Pontefice Benedetto XVI.
Non intendiamo discutere il merito dell’iniziativa, convinti come siamo che l’Università possa e debba ospitare anche le voci più autorevoli e significative della cultura religiosa, quale che sia il credo confessionale che esse rappresentano.
Perplessità e disappunto, tuttavia, hanno suscitato in noi le procedure, nonché i tempi e le modalità della lettera ufficiale d’invito, di cui le suddette agenzie di stampa hanno reso noti ampi stralci.
Sul piano procedurale, non può non destare forte disappunto il fatto che un’iniziativa in cui è coinvolto l’intero Ateneo cassinate sia stata promossa e realizzata di concerto con un’autorità amministrativa ad esso estranea, quale il Presidente Scalia, senza darne alcuna comunicazione agli organi di autogoverno della comunità accademica, sicché docenti e studenti
ne sono stati informati solo attraverso gli organi di stampa.
Peraltro, dagli ampi stralci riportati nei dispacci di agenzia, si direbbe che il testo della lettera di invito ufficiale contenga severe note di biasimo per quei colleghi dell’Università “La Sapienza” che avevano dissentito con il loro Rettore per la scelta di affidare al Papa la lezione inaugurale dell’anno accademico di quella Università. Ebbene: la formulazione di giudizi sommari sulle prese di posizione assunte da colleghi di un’importante Università italiana ci sembra iniziativa sbagliata e particolarmente inopportuna nel contesto che si è venuto a creare dopo il rifiuto del Pontefice di partecipare all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università “La Sapienza”. Essa segna infatti il coinvolgimento diretto del nostro Ateneo nel conflitto mediatico delle opinioni - una forma di visibilità cui avremmo volentieri rinunciato.
Per queste ragioni, come docenti dell’Università di Cassino, non possiamo sentirci rappresentati dal tenore irrituale dell’invito rivolto dal Rettore e dal Presidente della provincia di Frosinone a Benedetto XVI. Siamo infatti convinti che l’indiscussa autorevolezza del destinatario e il giusto rispetto per la sua figura avrebbero dovuto suggerire sobrietà e pacatezza, come si addice agli atti istituzionali, e non istanze di natura polemica, che figurano invece nella lettera in questione.
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