martedì 18 marzo 2008

Bulli e pupe/i



QUANDO A SCUOLA I BULLI SI SCATENANO CONTRO GLI OMOSESSUALI
«I docenti tendono a sottostimare il fenomeno del bullismo anti gay —spiega il sociologo Raffaele Lelleri— anche perché molte volte gli episodi si verificano lontano dai loro occhi e orecchi».
martedì 18 marzo 2008 , di il Resto del Carlino via Gaynews

NELLE SCUOLE di Bologna e di Modena studenti e studentesse omosessuali sono spesso insultati con parole offensive come ‘finocchio’ o ‘lesbicona’, sono derisi, offesi o aggrediti, emarginati e isolati, ma gli insegnanti raramente se ne accorgono o intervengono. E’ il quadro che emerge da un’indagine sul fenomeno del bullismo anti-gay, condotta su circa 450 studenti e insegnanti delle scuole delle due province, per iniziativa dell’Arci Gay. L’indagine del progetto Schoolmates ha interessato a Modena il liceo scientifico Tassoni, dove nel 2006 sono stati raccolti 79 questionari, e l’istituto tecnico Selmi, con 77 questionari.

SECONDO i risultati dell’indagine, «più della metà dei ragazzi e delle ragazze (53,5%), ad esempio, sente pronunciare spesso o continuamente, a scuola, parole offensive come ‘finocchio’ per indicare maschi omosessuali o percepiti come tali. Un altro 28% le sente usare qualche volta, il 14,6% raramente, e il 3,8% mai. La situazione cambia drasticamente se si interpellano insegnanti e personale non docente. Quelli che sentono usare spesso o continuamente parole offensive contro i maschi omosessuali precipitano al 9% del totale degli intervistati. Meno pervasivi appaiono gli insulti alle lesbiche».

IN BASE ai risultati del sondaggio, sottolinea l’Arcigay, «succede anche che dalle parole si passi ai fatti. A più del 10% degli studenti capita di vedere spesso o continuamente un ragazzo deriso, offeso o aggredito, a scuola, perché è o sembra omosessuale, e raramente qualcuno interviene a difesa della vittima. I prof inoltre non se ne accorgono». «I docenti tendono a sottostimare il fenomeno del bullismo anti-gay — spiega il sociologo Raffaele Lelleri, coordinatore dell’indagine — anche perché molte volte gli episodi si verificano lontano dai loro occhi e dalle loro orecchie». Parole offensive verso i gay vengono ad esempio usate soprattutto durante la ricreazione, secondo il 77,5% degli intervistati che le hanno sentite, tra una lezione e l’altra (60,5%), a fine mattinata (47,5%) e solo in misura minore (25,8%) durante le lezioni.
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