O: 'della diversità di vedute'

Sul maschilismo imperante, alla faccia della presunta modernità della società italiana: proviamo ogni tanto a ribaltare il punto di vista, facciamo questo esercizio di immedesimazione per evitare di creare di continuo nuove vittime dell'omofobia e del machismosessista, del maschilismo, appunto.
Due contributi interessanti dai blog Femminismo a sud e Famiglia fantasma, più una triste (per noi italiani, che ne siamo i destinatari) lettera dalla Spagna alle donne italiane. Tanto per gradire...
--------------------------------
Donne abusate
Sapete quant'e' la differenza tra una donna di partito e una femminista che è tale perchè ci crede? Enorme. Potete constatarlo voi stess* a partire dalla questione del braccialetto antistupro. Solo quattro mesi fa della stessa questione ne parlò la lega e le donne a sinistra si fecero una bella risata ritenendo la proposta, come è giusto, una boiata pazzesca [io stessa nel mio piccolo avevo formulato una idea più carina: quella dell'anello vibratore antistupro nella fika, utile e dilettevole]. Oggi invece vediamo che accade esattamente il contrario: a sinistra applaudono alla proposta di rutelli e a destra le donne si incatenano per manifestare un'opinione contraria. Io continuo a ritenere che un anello vibratore potrebbe essere una soluzione più piacevole.
La questione del braccialetto si inserisce in un dibattito sulla sicurezza riacceso, come già sicuramente sapete, a seguito dello stupro avvenuto a roma. Lei una studentessa straniera, lui uno straniero disoccupato. Un fatto gravissimo, come tanti ne accadono tra le mura domestiche. Solo che uno stupro fatto proprio giusto in questo periodo mette a rischio la elezione di rutelli sindaco e dunque il dibattito diventa anche più distorsivo di questioni che non vengono mai trattate come si dovrebbe e produce un ulteriore abuso ai danni delle donne.
Il grande stupro avviene sulla nostra pelle da parecchio e l'ultima campagna elettorale ci ha veramente spossate. Siamo state usate mentre i candidati si contendevano i voti della chiesa e continuiamo ad essere abusate mentre i candidati si giocano a poker la finalissima a roma. Si parla di noi senza che freghi realmente nulla a nessuno e si continua ad alimentare una cultura paternalista e patriarcale che mette in campo "eroi difensori dell'onore delle donne" piuttosto che strumenti, culturali e pratici,che rendano le donne autosufficienti e in grado di difendersi da sole.
Dopo lo stupro, infatti, la prima pagina è toccata...
(segue)
Un libro cuore dal cuore gay
L’antefatto
Ho sempre odiato il libro “Cuore”. L’ho detestato sempre, con tutto… il cuore. Troppo banale, strappalacrime, dozzinale. Eppure ha riverberato la mentalità di tanti, tantissimi italiani. Italiani ancora vivi. Italiani che votano, che fanno opinione e notizia.
L’ispirazione
L’Italiano medio è un inguaribile omofobo romanticone, mammone e tenerone, che ha bisogno di tanta tenerezza. La tenerezza dei luoghi comuni. Quella tenerezza che, tra l’altro, oggi la Chiesa non è più capace di dare.
I nostri affetti, i nostri amori, le nostre storie, le nostre sofferenze significate potrebbero entrare nelle case e nel cuore degli italiani attraverso una rivisitazione del libro Cuore. Un libro Cuore, sì: ma dal cuore gay.
L’idea
Prendiamo il libro di De Amicis. Dodici di noi scelgano una storia, una di quelle più famose, e la trasformi in una storia in cui il protagonista è l’omosessualità con tutta la sua interezza e tenerezza.
Da queste storie possono rivelarsi la semplicità e l’ovvietà delle nostre vite. Quell’omosessualità innocua e semplice come è la nostra.
Storie moderne ma raccontate ammiccando a carezze di tenere lacrime da strappare ai cuori induriti da una informazione di massa omofoba.
Storie in cui i ragazzi innocenti e innocui vengono presi in giro perché gay.
Storie in cui il protagonista è il figlio di due genitori dello stesso sesso, e subisce le stesse ingiustizie e cattiverie che una volta subivano i poveri o i figli di nessuno.
Insomma: quelli che una volta...
(segue)
"ALLE DONNE ITALIANE"
di: Begoña Llovet Barquero. San Lorenzo de El Escorial, Madrid
Dalla Spagna, come donna di 46 anni, madre di famiglia, imprenditrice e donna della mia epoca, mi rivolgo alle donne italiane, perchè c'è qualcosa che non capisco nella politica italiana, e mi riempie di inquietudine. Silvio Berlusconi è stato votato un'altra volta dalla maggioranza e ha rivinto le elezioni. Sarà il presidente del consiglio italiano, la faccia dell'Italia all'estero e il rappresentante degli italiani e delle italiane.
Quante donne lo avranno votato? Molte, non saprei dire un numero però a giudicare dai risultati, molte. Ci saranno donne nubili, sposate, madri, imprenditrici, lavoratrici, casalinghe e tutte queste hanno votato un uomo che, giorno dopo giorno, in più occasioni offende le donne, le vessa, fa commenti maschilisti e paternalisti e si vanta di una mentalità propria degli anni '50 o più indietro ancora.
Dire che gli imprenditori devono investire in Italia perché ci sono le segretarie con le gambe più belle, dire che le donne di destra sono più belle di quelle di sinistra, dire che il Governo Spagnolo è troppo rosa e che sarà difficile per Zapatero governare tante donne, sono frasi disprezzabili, indegne, inaccettabili in una società democratica e paritaria del secolo XXI.
In Spagna semplicemente non sarebbe possibile, vi immaginereste Rajoy (segretario del PPE, il partito popolare spagnolo), Zapatero o qualsiasi altro politico pronunciare un simile commento? Credo che il giorno seguente sarebbe stato crocifisso da tutti i mezzi di comunicazione, dagli elettori e dai paesi a noi confinanti.
Per il resto, in quanto a Berlusconi, neppure ho voglia di parlare. Sarebbe troppo lungo e troppo triste!
(da Liberacittadinanza)
Nessun commento:
Posta un commento