martedì 17 giugno 2008

Il futuro? E' alle nostre spalle...




E' incredibile come una donna ultraottantenne riesca a dire due cose terribilmente di buon senso e intelligenza sui diritti civili delle persone lgbt, e sui laici, a fronte di una generazione -quella attuale- che dovrebbe essere giovane, ma che -mediamente- è in realtà tremendamente più vecchia, moralista e grettamente chiusa nella sua paura.
Il Pride? Forse c'é bisogno di essere così provocatori; la Chiesa? La principale responsabile di questo clima di intolleranza.
Questa intervista è stata rilasciata a Daniele Guido Gessa per
E Polis.
Il futuro è alle nostre spalle...
F.



Io, una laica che crede nell'amore verso gli altri
«La politica? Un disastro. Troppe parole inutili e pochissima sostanza»

Meglio di Madonna e di Barbara Streisand. Più di Ornella Vanoni e di Mina. Vladimir Luxuria e Nichi Vendola? Nulla in confronto. La nuova icona dei gay italiani è, strano a dirsi, l’appena ottantaseienne Margherita Hack. Corteggiata a destra e a manca dalle associazioni per i diritti civili degli omosessuali, l’astrofisica più famosa d’Italia, e una delle più quotate al mondo, era candidata a essere, poi tutto è sfumato, la madrina del Gay Pride nazionale di Bologna. Città da dove, ospite d’onore alla rassegna cinematografica Biografilm Festival, fa sapere: «La prossima parata del 28 giugno sarà una ventata di libertà».

Ma Piume di struzzo e lustrini non rischiano di nuocere alla causa dei gay italiani? Gli eccessi non tendono a ghettizzare?

Forse è necessario che si sfoci nel ridicolo. Proprio per affermare i diritti legati all’appartenenza a una società. Ben venga, insomma, il Gay Pride. L’importante, per poter manifestare, è non fare violenza al prossimo. E gli omosessuali di male non ne fanno a nessuno.

Eppure già montano le prime polemiche. Dopo il Gay Pride a Roma la Chiesa è insorta. Famiglia Cristiana lo ha definito una "pagliacciata". E a Napoli lo stesso giorno hanno massacrato di botte due giovani omosessuali.

La Chiesa è la principale responsabile di questo clima. Si colpevolizza il dna dei gay così come, un tempo, si colpevolizzavano i bambini mancini. Le minoranze, in questa Italia, non hanno vita facile E tutto ciò, nel 2008, è praticamente assurdo.

La Chiesa appunto. E' possibile coniugare scienza e religione in questo mondo odierno?

Io l’ho sempre sostenuto. Dio è un’invenzione, una pura e semplice invenzione per spiegare con l’irrazionale quello che la scienza non riesce a spiegare. Ognuno, chiaramente, è libero di crederci, anche gli scienziati. Ma, mentre la logica scientifica è fatta di sperimentazione e osservazione, quella religiosa è un puro atto di fede, una scelta personale.

Qualcuno potrebbe offendersi per questa sua dichiarazione...

L’ingerenza della Chiesa è sempre stata priva di confini. Il Vaticano vuole e ha sempre voluto imporre la sua morale anche a chi non crede in Dio. Perché chi non ha fede deve essere obbligato a un’etica che non è la sua? Io sono convinta che, tuttavia, esista una morale valida per tutti, credenti e non. Ama il tuo prossimo come te stesso. E non fare agli altri quello che non vuoi che sia fatto a te.

Lei è stata una delle poche parlamentari, considerando anche gli onorevoli maschi, a lasciare la poltrona, nel 2006. E l'anno prima aveva rinunciato al posto di consigliere regionale in Lombardia. Si è pentita di quelle scelte?

Il mestiere del politico non fa per me, anche se ho sempre accettato le sfide che mi venivano proposte. Non mi sono assolutamente pentita di quelle mie decisioni. Ho avuto un’esperienza in Comune a Trieste, città in cui vivo, per un’alleanza di sinistra. Ed è stata un’esperienza drammatica. Discussioni infinite che duravano ore e ore. Troppe chiacchiere inutili. Tornavo a casa sempre alle due del mattino e, come si può immaginare, alla mia età non è molto consigliato fare troppo tardi.

Come valuta l'esclusione della sinistra estrema dal Parlamento italiano?

Una vera e propria tragedia, il frutto dell’enorme sbaglio di Veltroni a voler correre da solo. La sinistra dovrebbe imparare ad andare d’accordo, così come fanno dall’altra parte politica, dovrebbe imparare anche a essere più pratica e meno ideologica. Eppure, a sinistra, ci si è sempre divisi, fin dal 1945. Ma va detto: gli ideali dividono, i soldi e il potere, invece, uniscono.

Quali sono stati, allora, gli errori del partito democratico? Perché ha vinto Silvio Berlusconi?

Il Partito democratico non ha avuto il coraggio di battersi per i diritti di laicità. È stato fin troppo timido e sottomesso. Poi, ripeto, il più grosso errore è stato quello di escludere la sinistra estrema dalla coalizione. Forse speravano, così facendo, di guadagnare consensi al centr. Ma sicuramente hanno perso molti, moltissimi consensi a sinistra. Dall’altra parte, appunto, Silvio Berlusconi, che ha puntato tutto sulla sicurezza. Un venditore più bravo di Vanna Marchi, abilissimo nel comunicare e nel propagandare. Doti che a Veltroni mancano di sicuro.

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