lunedì 10 dicembre 2007

Norma anti omofobia

Alcune delle posizioni in campo sulla norma anti omofobia proposta dal governo, approvata (su Fiducia) al Senato e assai in bilico alla Camera.

Inutile dire che condivido.

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24 mila coglioni gay non voteranno più chi affosserà la norma anti omofobia in Parlamento

Vivere in questo paese è diventato per noi oggettivamente difficile.

Ufficio stampa Arcigay, 8 dicembre 2007


Sia chiaro fin d’ora che non dimenticheremo, in occasione delle prossime elezioni politiche, chi tra qualche giorno intenderà cancellare le norme antidiscriminatorie contenute nel decreto sicurezza. Nessuno sconto sarà possibile, nessuna formula bizantina sarà sufficiente: se il risultato prodotto in modo diretto o surrettizio della pressione politica di alcuni partiti sarà la cancellazione dell’emendamento di estensione della legge Reale-Mancino, per quanto ci riguarda, con queste formazioni sarà definitiva rottura. Se, come ha detto Benigni, questa maggioranza ha vinto grazie al voto di 24 mila coglioni gay assicuriamo da oggi che molti e molti di più di costoro non si faranno più gabbare. Abbiamo assistito con rabbia e sconforto al dibattito al Senato e sui giornali: la nostra dignità è stata ancora una volta offesa e dileggiata da molti esponenti politici, prima fra tutti la senatrice Binetti. Ci chiediamo come mai l’esponente dell’Opus Dei non rivendichi un posto da ministro dello Stato Vaticano piuttosto che accontentarsi di fare da portavoce di Betori e associati. Gran parte della classe politica affronta questioni importanti, che attengono alla vita concreta di milioni di persone, con disprezzo intriso d’oggettiva ignoranza e pregiudizio. Abbiamo ascoltato offese di tutti i tipi da una porzione consistente della politica italiana, senza che ciò suscitasse lo sdegno da parte degli intellettuali, degli opinion leader, dei mass media. Il niet Vaticano è talmente granitico che, nella pratica, tutti i politici cattolici sono stati messi sotto tutela. Neppure sul minimo della decenza, ovvero tutelare le persone omosessuali dalle ripetute discriminazioni e violenze, è possibile approvare qualsivoglia norma. Si tratta di una politica cattiva che si collega ad una svolta razzista della gerarchia nemica delle libertà. Per tutte queste ragioni l’Italia è diventato per noi un paese difficile dove vivere. La paura negli ultimi anni è aumentata. Cresce il clima d’odio e aumentano gli atti contro persone e sedi lgbt, non più solamente a parole, senza che alcun organo dello Stato ci difenda concretamente, anche attraverso un’attenta indagine sul fiorire dei gruppi neo fascisti e nazisti. Il Bel Paese è piombato nell’oscurantismo medioevale; vi sono persino giornali che ogni giorno incitano all’odio omofobico, dipingendoci come l’Apocalisse. Tutto ciò è fuori della civiltà democratica! Reagiremo come abbiamo saputo sempre fare con le nostre enormi manifestazioni contro l’odio, per la laicità e per l’affermazione dei diritti di cittadinanza. Rafforzeremo la nostra presenza territoriale con un’attenzione particolare al confronto dentro la società costruendo nuove e più diffuse alleanze. E’ ora che il popolo delle vere libertà e dei diritti si unisca.Nei prossimi giorni Arcigay lancerà una proposta al movimento lgbt italiano, e a tutti i movimenti di liberazione e di difesa della laicità, per aprire una nuova stagione politica e sociale.

Aurelio Mancusopresidente nazionale Arcigay



Se la matematica non è una opinione...



I 48.000 genitori dei 24.000 coglioni gay, più un numero imprecisato di fratelli, sorelle, parenti e amici vari non voteranno più chi affosserà in parlamento la norma anti omofobia.

DE SANTIS RITA presidente nazionale AGEDO (ass. genitori e amici omosessuali)



Omofobia, Gaylib: "Sacrosanto l'emendamento approvato in Senato.


Laici e liberali del PD e del PDL lo difendano dalle urla scomposte di Teodem e 'Cosa bianca' che vogliono avvicinarci all'Iran.

Una normativa che sanzioni chiaramente l'omofobia come reato non è né di destra né di sinistra. E' civile. Nel 2004 l'ha approvata il Governo di destra in Francia e persino Romania e Grecia dispongono di codici che mettono chiaramente al bando la discriminazione per orientamento sessuale, sullo stesso piano di quello etnico e religioso. Tutto ciò a differenza del Parlamento e del Governo italiani che fanno baruffe su tutto e, nello specifico, in maniera assolutamente irrispettosa di chi, proprio a causa dell'omofobia di cui la società è ancora intrisa, ha sofferto, è stato ferito, violentato e in qualche caso ha addirittura perso la vita.

Siamo lieti - proseguono dal direttivo di GayLib - per l'approvazione dell'emendamento da parte del Senato. Non possiamo, però, non chiedere un segno alle voci laiche e liberali del centrodestra così come dello stesso Partito Democratico al Governo del Paese. Far passare un provvedimento importante come il riconoscimento del reato di omofobia non è altro che un segnale di civiltà che può aiutare l'Italia ad avvicinarsi, almeno un po' agli altri Paesi d'Europa. All'onorevole Binetti e ai suoi teodem così come agli animatori di una astrusa e confusa Cosa Bianca nel centrodestra, sponsorizzata dal Vaticano e da qualche potentato industriale chiediamo se, in materia di diritti di libertà, vedano come prospettiva l'Unione Europea o l'Iran confessionale che continua ad ammazzare per legge e senza prove giovanissimi uomini omosessuali. Anziché azzuffarsi, dunque, su vicende particolari - conclude GayLib - continuando da un lato a tenere fede a una religione disumana e dall'altra a pensare soltanto al potere per il potere attraverso la sopravvivenza o l'abbattimento di un governicchio che comunque resterà tale, approvata la sacrosanta norma anti-omofobia nel pacchetto sicurezza, sarebbe il caso di intervenire con chiarezza in ambito internazionale irrigidendo la posizione dell'Italia contro un regime, come quello iraniano, che si sta macchiando a cadenza quotidiana di crimini contro l'umanità, dove purtroppo la comunità gay indifesa e clandestina, continua soltanto a contare morti.
GayLib - Il Direttivo

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