venerdì 18 gennaio 2008

Bullismo



I numeri del bullismo

Presi in giro, umiliati, picchiati perché diversi, strani, «malati». Vorrebbero essere invisibili e invece ogni giorno sono costretti ad affrontare i loro nemici, ragazzini come loro, che li aspettano in classe, sullo scuolabus, a mensa, nei corridoi.
Li aspettano per insultarli, strappargli lo zaino, i quaderni, per picchiarli. Vittime di un bullismo che non accetta le differenze, che le “combatte”: a Roma un ragazzo su 300 denuncia casi di bullismo a scuola. Di questi, il 60% sono diversamente abili o omosessuali.
E’ quanto rivelano i dati dell’associazione Codici, supportati da un’indagine dell’Arcigay che negli ultimi venti mesi parla di oltre 30 mila telefonate arrivate al numero verde dell’associazione.
«Segnalazioni di violenze fisiche o verbali, di cui il 50% - sottolinea il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo - riguarda casi di discriminazione a scuola».
Storie di prevaricazioni e dolore. Che ogni giorno, sempre di più, descrivono il bullismo come la vera bestia nera della scuola. L’ultimo episodio di una violenza che spesso travalica anche i confini del mondo scolastico, solo lunedì sera: un ragazzo di 14 anni è stato rapinato sotto la minaccia di un coltello da due suoi coetanei che gli hanno rubato il telefonino sotto casa all’Aurelio.
Storie di minacce diventate negli anni sempre più frequenti. Soprattutto nel Lazio. Una tra le regioni - secondo il centro per i diritti dei cittadini - a più alto rischio di devianza minorile. Proprio il Lazio infatti presenta un indice di denunce sulla popolazione minorenne superiore alla media nazionale: 24,2 ogni 10 mila minori, contro le 19,6 italiane. E nella capitale c’è il dato più alto: 28,7 denunce ogni 10 mila minori.
Episodi di prepotenza, di bullismo che si ripetono, lasciando ragazzi feriti, fragili, insicuri. A Roma, - sempre secondo il Codici - le zone più a rischio sarebbero quelle di Bravetta, San Paolo, Magliana, Tor Bella Monaca e Ostia dove piccole bande di bulli agiscono fuori dalle scuole, aggredendo le vittime e derubandole di i-Pod, soldi e in alcuni casi anche di scooter.
Le vittime sono sempre le stesse: studenti delle scuole secondarie e superiori, in particolare di istituti tecnici e professionali. Vittime di episodi di violenza che spesso rimangono nell’ombra, perché denunciare fa paura: tra le segnalazioni arrivate al Codici, solo il 15 % infatti provengono dagli studenti. Il 75% delle telefonate arriva da familiari e educatori. «Il dato preoccupante - dichiara il segretario nazionale del Codici, Ivano Giacomelli - E che emerge dalle telefonate, è che la maggior parte degli atti di violenza riguardano episodi che hanno come soggetti diversamente abili o chi ha orientamenti sessuali diversi».
Episodi che l’assessorato alle politiche per le Pari opportunità del comune di Roma sta cercando di combattere attraverso un concorso di idee rivolto alle scuole dal titolo “unisci le differenze”, e che ha come obiettivo il superamento dei pregiudizi che riguardano gli omosessuali. Perché reagire al branco, tirare fuori la testa non è facile.
Secondo i dati di un questionario che Codici ha presentato nelle scuole di Roma e del Viterbese, infatti, alla domanda «come reagisci di fronte al bullo?», solo il 32% degli studenti ha risposto «affrontandolo». Il 67,5 % preferisce ignorarlo. Quello che non manca invece - e lo dimostra la raccolta di firme contro il bullismo partita due giorni fa dagli studenti del Labriola di Ostia - è la solidarietà tra i compagni. Circa il 58% dei ragazzi, intervistati, interviene in difesa di un compagno vittima di un bullo. Mentre il 41,5% denuncia l´atto di violenza ai genitori o alle forze dell´ordine.
Il Messaggero via Arcigay Roma

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