da Arcigay.it
Manca ancora un appello rivolto all'associazione dei pollivendoli di Quartoggiaro (con tutto il rispetto dovuto al quartiere milanese). Fatto questo Ratzinger lo ha davvero chiesto a tutti di "non assecondare di attacchi 'insistenti e minacciosi' contro l'istituzione della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna".
Ci risulta però molto strano questo ennesimo monito che il Papa ha tuonato questa mattina di fronte ai rappresentanti delle istituzioni di Roma e Lazio. Veltroni aveva già obbedito ai precetti di Ratzinger quando in Campidoglio si discuteva di diritti delle famiglie conviventi. L'assenza strategica del sindaco di Roma in quella data ha di fatto affossato ogni ipotesi di pronunciamento favorevole del Consiglio Comunale nei confronti delle famiglie conviventi.
Ma tornando a Ratzinger questa sua fobia rispetto a presunti insistenti attacchi alla famiglia fondata sul matrimonio etero non è davvero comprensibile. Forse il papa è attanagliato da un profondo senso di colpa per il fatto che la gerarchia cattolica, che dovrebbe essere celibe ed astinente (non sempre come si sa), contribuisca seppur in minima parte a non diffondere adeguatamente l'istituzione matrimoniale.
I richiami disperati ed indiretti ai progetti d'amore delle coppie omosessuali (dal milione del Roma Pride 2007 non hanno più avuto il coraggio di pronunciare la parola gay) svelano quanto sia povera di valori cristiani una gerarchia che, quotidianamente, chiede a tutto il mondo di emarginare e discriminare le persone lgbt.
Vorremmo ricordare infine a Sua Santità che per quanto riguarda gli amministratori locali essi hanno il dovere di rispondere ai problemi concreti dei cittadini che li hanno democraticamente eletti, inclusi pertanto i milioni di cittadini lgbt, e non di prendere ordini da un anacronistico sovrano assoluto di uno stato straniero.
Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay 10/01/2008
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La Cei e il Vaticano, negli ultimi anni, son diventate delle macchine da guerra lanciate a tutta birra; 'gioiose' no, semmai tristi e monotone, ma da guerra.
Quella dichiarata alle istituzioni nazionali e locali, preferibilmente -per non dire esclusivamente- di sinistra e centrosinistra, mentre agli altri, quelli di destra, si perdona tutto, che sia semplice incoerenza (difensori della famiglia divorziati e conviventi, drogati e clienti di prostitute) o peggio: mafia, massoneria, corruzione...
Per favore, eminenze: non dite più che la Chiesa non fa politica, tanto ormai non ci crede più nessuno. Neanche i vostri seguaci. Grazie.
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