BAGNASCO: NO EQUIPARAZIONE DISCRIMINAZIONI RAZZIALI CON DISCRIMINAZIONI PER ORIENTAMENTO SESSUALE
"Teorie che tolgono ogni rilevanza alla mascolinita' e alla femminilita' della persona"
da Gaynews
Roma, 21 gen. - "La Chiesa, mentre fermamente si oppone alle discriminazioni sociali poste in essere a motivo dell'orientamento sessuale, dice anche la propria contrarieta' all'equiparazione tra tendenze sessuali e differenze di sesso, razza ed eta'".
Angelo Bagnasco, presidente della Cei, usa queste parole nella sua prolusione al Consiglio permanente dei vescovi
italiani, per spiegare la posizione della Chiesa sulle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale. Un argomento che aveva suscitato polemica politica per la norma inserita nel decreto sulla sicurezza approvato in Senato.
"C'e' un gradino qualitativo che distanzia le prime dalle seconde- continua Bagnasco- e non e' interesse di alcuno misconoscere la realta' che appartiene alla struttura dell'essere umano in quanto tale".
Come non scorgere "nelle teorie che tolgono ogni rilevanza alla mascolinita' e alla femminilita' della persona, quasi che queste siano una mera convenzione pseudo-culturale, un'accentuazione oggettivamente autolesionistica, un deprezzamento alla fin fine della stessa corporeita' che si vorrebbe unilateralmente esaltare?". Facile obiettare, prosegue il capo dei vescovi italiani, "che la Chiesa non dovrebbe ingerirsi in queste questioni: diciamo anche noi, con Benedetto XVI (nel Discorso alla Curia Romana, 22 dicembre 2006), forse che la persona non ci deve interessare?". Come facciamo, si chiede in conclusione Bagnasco, "a non curarci del destino e della felicita' di coloro al cui servizio siamo mandati?".
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Ecco perché è impossibile confrontarsi coi cattolici: loro hanno la Verità in tasca!
Cosa puoi dire a uno che è convinto di essere stato mandato al "servizio del destino e della felicità della persona", sottinteso tutte le persone anche se non credenti? Le sue argomentazioni sono folli e deliranti come lo sono sempre quelle cattoliche in tema di società civile, la loro realtà deve appartenere a tutti, per forza; così non si possono equiparare 'tendenze sessuali e differenze di sesso, RAZZA (attenzione!), ed età'.
Affermare la propria omo-sessualità (e omo-affettività, aggiungo io) per Bagnasco vuol dire togliere "ogni rilevanza alla mascolinita' e alla femminilita' della persona". Chi lo fa è autolesionista. Ovvio che così dicendo il vescovo rivela di non sapere proprio nulla di mascolinità e femminilità della persona (ma quale persona, poi?), affermando in pratica di riconoscere solo le differenze anatomiche tra i sessi e null'altro. Che miseria intellettuale, che ignoranza che c'é in queste parole, nel rifiuto di riconoscere il valore della Persona al di là della sessualità, che poi è l'assurda fissazione della Chiesa, come se fosse l'unica cosa che conta al mondo: se scopi con una donna o con un uomo. Mentalità riflessa e assorbita poi dalla cosiddetta 'psicanalisi cattolica' che pretende di curare l'omosessualità ma la ritiene tale -quella maschile- solo se c'é stato coito anale!
Ma -beninteso- la Chiesa "fermamente si oppone alle discriminazioni sociali poste in essere a motivo dell'orientamento sessuale"; in questo caso prima la beffa e poi il danno. Perché allora si oppongono alla proposta di legge che condanna 'omofobia?
Ignoranza? In realtà no, è RAZZISMO!
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