Resistenza Laica!
Dopo l' ignobile sceneggiata mediatica e politica che ha cercato di trasformare in una sorta di "censura" al Papa quella che era solo una legittima e civilissima manifestazione di dissenso di alcuni docenti sull' inaugurazione dell' anno accademico affidata a Ratzinger, si ricompatta il mondo dei laici con documento di solidarietà ai 67 colpevoli di "lesa maestà" del Papa.
5/02/08 da No God
Repubblica 5.2.08
I professori anti Papa si radunano alla Sapienza
Un appello «per la laicità» firmato da quasi 1.500 docenti.
di Edoardo Sassi
ROMA — Docenti, ricercatori, dottorandi. In tutto 1.479 (fino a ieri). Sono i firmatari di un documento a sostegno delle posizioni espresse dai 67 professori della Sapienza che scrissero la famosa lettera al rettore in cui giudicavano inopportuno l'intervento di Benedetto XVI all'inaugurazione dell'anno accademico.
Parole d'ordine: «laicità» e «diritto al dissenso». Con in dote 1.479 nuove firme raccolte fino a ieri tra docenti, ricercatori e dottorandi di tutti gli atenei italiani. Molti i firmatari celebri: dalla grecista Eva Cantarella al «premio Strega» Alessandro Barbero (storico medievale oltre che narratore), dal filosofo Gianni Vattimo al matematico autore di bestseller Pierluigi Odifreddi, da Luigi Bobbio (figlio di Norberto) fino alla storico Nicola Tranfaglia, dal sociologo Luciano Gallino al giurista Ugo Rescigno. A diciannove giorni di distanza dai clamori suscitati per la mancata visita di Benedetto XVI all'università La Sapienza, ecco che si ricompatta (e cresce) il fronte contrario all'intervento del Pontefice per l'inaugurazione di un anno accademico, inizialmente previsto per il 17 gennaio scorso.
«Anche noi cattivi maestri. Appello di solidarietà con colleghi (e studenti) della Sapienza di Roma», si legge in testa al documento di cui primi firmatari sono i docenti Angelo d'Orsi (Storia del pensiero politico) e Lucia Delogu (Diritto privato), entrambi dell'università di Torino. E d'Orsi domani alle 11 interverrà nell'aula Calasso della facoltà di Giurisprudenza della Sapienza per una tavola rotonda intitolata «Diritto al dissenso! », promossa da «Sinistra critica » e alla quale partecipano anche le due anime della protesta anti-Ratzinger di inizio gennaio: gli studenti dei collettivi (il loro portavoce Giorgio Sestili modera l'incontro) e almeno uno dei 67 scienziati di Fisica firmatari dell'ormai celebre lettera al rettore Renato Guarini, Carlo Cosmelli, che in merito all'appellativo «cattivi maestri», affibbiato dal rettore ai docenti della protesta, disse subito: «Spero che il rettore ritiri questa espressione. Forse non ricorda l'uso che se ne faceva negli anni di piombo».
Ed è proprio intorno a questo slogan che ancora oggi si stanno raccogliendo gli oltre mille e quattrocento docenti di università e istituti di eccellenza, firmatari del nuovo documento: «I sottoscritti — si legge nell'appello — esprimono la più ferma e convinta solidarietà ai colleghi sottoposti a un linciaggio morale, intellettuale e persino politico senza precedenti ». «Noi firmatari — prosegue il testo — affermiamo che ci saremmo comportati come i 67 in nome della libertà della ricerca e della scienza. Se essi sono cattivi maestri, ebbene lo siamo anche noi». Sul tema e sull'opportunità di quell'espressione ieri non è voluto tornare il rettore Guarini, che in una nota del primo febbraio ha già fatto una parziale marcia indietro, sostenendo che «era legittimo il diritto di critica da parte dei docenti, così come di alcuni gruppi di studenti». Una lettera del rettore giunta in concomitanza con un documento in cui 41 professori di Matematica gli chiedevano dare solidarietà ai 67 docenti, e all'indomani di un'altra mozione in difesa della laicità approvata con 233 voti dal consiglio di facoltà di Ingegneria, dove si chiedeva a Guarini di «esprimere pubblicamente » solidarietà ai 67 «per le ignobili accuse di intolleranza» ricevute «per la semplice espressione delle loro opinioni ». Polemizza a distanza Franco Cardini, professore di storia medioevale a Firenze: «Ancora firme dopo la pessima figura fatta? E' evidente che un personaggio come il Papa che visita l'Università non ha nulla a che vedere con la possibilità di inficiare la libertà scientifica».
Ancora sulla "censura" al Papa. Sul grande imbroglio politico-mediatico messo in scena dal cardinale Ruini e dagli zuavi pontifici pubblichiamo questa lettera di uno dei 67 firmatari del famoso documento in cui si giudicava inopportuno (un semplice parere, quindi) affidare al papa l' inaugurazione dell' anno accedemico della Sapienza. Proponiamo l'istituzione del "Premio Orwell 1984" per il Mistificatore dell' Anno e proponiamo come primo candidato il cardinale Ruini. Qui la lettera del prof. Enrico Bonatti che è stata pubblicata in molte mailing list ( il Bonatti è uno scienziato romano, che insegna a Roma, a Bologna, alla Columbia University, un oceanografo di chiarissima fama, scrive su "Science" ecc.... ).
da No God
4/02/08 - SONO UNO DEI SESSANTASETTE !!!
Sono un "Cattivo Maestro" (me lo dice il Rettore della Sapienza); "un Cretino" (me lo dice M. Cacciari su Repubblica 17 gennaio), un liberticida, un oscurantista, un illiberale... L'ex ministro Gasparri chiede la mia espulsione dall'Università. Sono stigmatizzato pubblicamente dal Presidente della Repubblica Napolitano, dal Presidente del Consiglio Prodi, dai capi dell'opposizione Berlusconi, Fini e Casini, dal Ministro dell'Università Mussi, dal leader del Partito democratico Veltroni, dai direttori dei maggiori quotidiani italiani di destra, centro e sinistra, incluso Ezio Mauro (Repubblica, 15 gennaio); da tutti i Telegiornali, (in maniera particolarmente virulenta da quelli di RAI 1 e RAI 2 del 15 gennaio sera); naturalmente da Giuliano Ferrara..
Perché? Cosa ho fatto?
SONO UNO DEI 67!!!
Mesi fa (novembre 07) un collega alla Sapienza mi mostra il testo di una lettera al Rettore di un gruppo di fisici, dove si definisce inopportuna l'idea di invitare Papa Benedetto XVI a tenere la "Lectio magistralis" per l'inaugurazione dell'Anno Accademico due mesi dopo. Firmo la lettera.
Perché la firmo? Non sono credente, ma non sono ateo. Sono in generale sorpreso che, davanti al grande mistero della nostra esistenza su questo Pianeta ed in questo Universo, molti siano così sicuri di avere le risposte, di possedere la verità. Mi sembra sia questo un segno di grande presunzione intellettuale. Ma, finchè queste "verità" non sono imposte agli altri, dico, "Let it be!.. come nella famosa canzone dei Beatles. Non mi sognerei mai quindi di dire che il Papa non ha il pieno diritto di parlare. Questo diritto mi sembra lo eserciti di continuo. Talvolta mi trovo anche ad essere d'accordo con le sue parole: ad esempio, quando recentemente ha criticato il ruolo dominante dell'economica capitalistica globalizzata.
Allora, perché ho firmato? Principalmente perché l'idea del Rettore mi è sembrata fosse indice di un forte conformismo e di una desolante mancanza di immaginazione. Infatti la voce del Papa la sentiamo di continuo, la sua presenza ai telegiornali è costante, le sue esternazioni ed i suoi scritti hanno ampia eco, il suo pensiero è ben noto. Pensavo che gli studenti e docenti cattolici avrebbero accolto il Papa festosamente, come Vicario di Cristo e Capo del Cattolicesimo; ma per questo hanno a Roma infinite occasioni, e l'inaugurazione dell'Anno Accademico non è la sede più adatta per una manifestazione religiosa.
Gli altri (i non credenti) avrebbero certo ascoltato il Papa con rispetto, ma non avrebbero penso sentito grandi novità, vista appunto la continua e grande risonanza che si da' al pensiero del Papa (infatti il testo che il Papa ha poi inviato alla Sapienza, al di fuori di ogni giudizio, non mi pare sveli granché di nuovo sul Suo pensiero).
Mi è parso insomma che il Rettore volesse invitare il Papa per trasformare l'inaugurazione dell'anno accademico in un mega-evento mediatico. Il Papa può certo venire alla Sapienza per dialogare e per confrontarsi; oppure magari anche per celebrare con i suoi fedeli; non mi pareva però opportuno venisse ad inaugurare l'anno accademico. Tutto qui.
Dallo scorso novembre fino ad un paio di settimane fa non ho più sentito nulla sulla famosa lettera: sono stato preso da allora da altre materie.
Qualche giorno prima dell'inaugurazione ho sentito che il Rettore non aveva tenuto in nessun conto la lettera. Poi all'improvviso la lettera, ormai vecchia ed obsoleta, è stata resa pubblica non so da chi: è scoppiata la bagarre mediatica, con l'orgia di mistificazioni, retorica, ipocrisie, opportunismi e falsità, che mi hanno lasciato stupefatto.
Di tutte gli improperi che ci hanno gettato addosso, personalmente mi sento costretto ad accettarne uno: quello di "CRETINI" affibbiatoci da Cacciari.
L'Italia è il Paese dei furbi, e chi non è furbo è cretino.
Col senno di poi, vista la conclusione della vicenda, dobbiamo ammettere che i 67 firmatari sono stati poco furbi. Il Rettore ha avuto il suo evento mediatico alla grande. Il Papa ha colto la palla al balzo e, rinunciando all'ultimo momento ad intervenire, ha conquistato l'alone di martire dell'oscurantismo e dell'intolleranza di un gruppetto di scienziati della Sapienza. Una mossa magistrale, un colpo di genio.
Che sia davvero aiutato dall'Alto?
Enrico Bonatti
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