GAY OFFESI E AGGREDITI:CONDANNE. ARCIGAY,SENTENZA IMPORTANTE
giovedì 21 febbraio 2008, di ansa via Gaynews
(ANSA) - BOLOGNA, 21 FEB - Un uomo, Nicola Befaro, e tre poliziotti, Salvatore Carlucci, Antonio Di Cintio, Massimiliano Di Marco, sono stati condannati a un anno di reclusione con la condizionale dal Giudice monocratico di Bologna Manuela Melloni al processo per le offese e l'aggressione, nel 2000, a tre giovani gay in una pizzeria del centro del capoluogo emiliano. Befaro era accusato di lesioni e i tre agenti di polizia, suoi amici, di favoreggiamento.
La sentenza non ha riconosciuto ne' la provvisionale ne' i danni ai due giovani aggrediti che si erano costituiti parte civile. Gli avvocati di parte civile, Francesco Antonio Maisano e Alessandra Germini, seppur soddisfatti delle condanne non hanno nascosto perplessita' 'per il fatto che il giudice non ha riconosciuto una provvisionale a favore dei due ragazzi.
Peraltro le prospettive di un risarcimento sono quasi nulle, visto che il Ministero dell'Interno non era stato chiamato in causa. Quindi se il ministero non lo fara' spontanamente, a seguito delle interpellanze presentate, non ci sara' risarcimento. Noi comunque contatteremo il Ministero per sapere cosa conta di fare'.
Il fatto avvenne nella sera tra il 28 e 29 ottobre 2000 nella pizzeria da Nino. A un tavolo della pizzeria c'era Befaro, che fa il buttafuori, con i suoi tre amici poliziotti. A un altro c'erano i tre ragazzi verso cui, dal tavolo dei poliziotti, partirono parole di scherno per le loro tendenze sessuali. Uno dei ragazzi, secondo l'accusa, venne poi colpito con un pugno, un altro ferito da un bicchiere. L'autore materiale, Befaro, fuggi' con uno dei poliziotti. Gli altri due agenti vennero bloccati anche dall'intervento del titolare della pizzeria. La Questura di Bologna poi identifico' anche i fuggitivi.
Ieri l'on.Gianpaolo Silvestri della Sinistra Arcobaleno aveva preannunciato 'un'interrogazione al Ministro dell'Interno per chiedere che le vittime dell'aggressione nel locale 'Da Nino' di Bologna vengano risarcite per il danno subito'. (ANSA).
BOLOGNA, 21 FEB - 'Nonostante la pena sia molto lieve, per noi importante e' il risultato che ha prodotto questa sentenza: non possono esistere zone franche di impunibilita' nel nostro paese, soprattutto fra le forze dell'ordine'.
E' il commento del presidente nazionale di Arcigay, Aurelio Mancuso, alla sentenza del Tribunale di Bologna che ha visto condannati un buttafuori e tre agenti di polizia per per le offese e l' aggressione, nel 2000, a tre giovani gay in una pizzeria del centro del capoluogo emiliano. 'Da molti anni - ha aggiunto Mancuso - abbiamo stretti rapporti di collaborazione positiva con le questure e la polizia di Stato. Questa sentenza dimostra quanto sia pero' necessario promuovere corsi di formazione sull'omosessualita' per gli agenti utili a combattere le sacche di ignoranza, omofobia e pregiudizio che ristagnano negli organismi deputati a difendere l'ordine pubblico'.
Emiliano Zaino, presidente dello storico circolo Arcigay bolognese 'Il Cassero', e' piu' amaro sulla vicenda: 'La sentenza ha accolto in pieno le istanze del Pm e questo e' un segno importante che cogliamo con piacere. Ma otto anni per una sentenza che vede imputati pubblici ufficiali perlopiu' reo-confessi ci sembrano francamente eccessivi. Speriamo si arrivi almeno ad una sentenza definitiva e che per le vittime non arrivi, oltre al danno, la beffa attraverso una prescrizione'.
Un comunicato dell'ufficio stampa Arcigay 'il Cassero' ricorda che il fatto ebbe come protagonisti tre studenti gay aggrediti fisicamente da un buttafuori e verbalmente da tre poliziotti che avrebbero poi fatto scappare l'aggressore e nascosto in un secondo momento l'identita' di questo.
'Tutta la vicenda fu aggravata - riporta il comunicato Arcigay - dalle indegne esternazioni dell'allora questore di Bologna, Romano Argenio, che non defini' riprovevole l' aggressione omofoba e gli atti dei poliziotti, quanto moralmente discutibile 'tanto quanto frequentare delle prostitute' la presenza in un locale frequentato anche da gay da parte di poliziotti'.
Intanto l'avv.Matteo Murgo, difensore di Nicola Befaro, ha preannunciato appello contro la sentenza.
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