venerdì 8 febbraio 2008

Razzisti allo sbaraglio - 13



Accusati di essere omosessuali e aggrediti nell'oratorio
di Gay.it
Giovedì 7 Febbraio 2008

E' successo a due ragazzi di Milano negli ultimi due mesi, ma solo adesso i ragazzi hanno denunciato i fatti. I due ragazzi 'capi' di una baby gang di minorenni sono indagati per percosse e lesioni.

Ancora un episodio di omofobia ai danni di due ragazzi uno 'ritenuto' gay, l'altro colpito solo perché voleva difenderlo. E' successo a Milano, ma quello che forse lo rende un fatto ancora più grave è che si sia verificato dentro un oratorio, per la precisione quello della chiesa di Sant'Angela Merici.
Le due vittime, 20 e 21 anni, sono stati assaliti da un branco di giovani tra i 15 e i 17 anni e solo dopo ripetute violenze e le necessarie cure mediche, i due hanno trovato il coraggio di denunciare l'accaduto. Ad essere indagati a piede libero per percosse, lesioni, minacce sono adesso i due considerati capi di questa baby gang. Gli episodi di violenza che vengono loro contestati sono ben otto. Gli episodi piu' gravi di violenza nei confronti del 21enne, si sono verificati il 28 novembre scorso, quando il giovane e' stato medicato in ospedale, per contusè' stata di 10 giorni.
Sembra che in zona, gli abusi e le violenze fossero note, ma che non fosse stata data grande importanza perche' non ritenute cosi' cicliche e ripetitive. Le due vittime, invece, hanno messo al corrente della situazione i loro genitori i quali, soprattutto quelli del 21enne, lo hanno spinto a denunciare le aggressioni. Gli agenti di polizia, dopo aver concordato un piano con i due ragazzi, hanno sorpreso i due bulletti in flagranza di reato. Al momento è al vaglio di Anna Maria Fiorillo, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni a Milano, la richiesta fatta dagli inquirenti di diffida, ai due bulli, a frequentare l'oratorio dove si sono verificati i fatti.
"Questo avviene perché il clima d'odio, alimentato dalle gerarchie cattoliche e dalle destre italiane, favorisce l'emulazione di atteggiamenti razzisti e omofobi - dichiarano in un comunicato stampa Aurelio Mancuso e Paolo Ferigo, rispettivamente presidente nazionale e milanese di Arcigay -. Oltre a non aver approvato alcuna norma di condanna di questi atti, la classe politica italiana si rende ogni giorno responsabile di essere cattiva maestra dei giovani. Non stupisce infine l'atteggiamento dei preti dell'Oratorio che, come accade agli insegnanti delle scuole medie e superiori, non danno il giusto peso a questi atti violenti valutandoli come semplici bravate".
Gli fa eco il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma. "Respingiamo con fermezza l’ondata di violenze perpetrate ai danni di giovani gay - fanno sapere dalla Capitale -. Proprio oggi è stato presentato in conferenza stampa il primo progetto organico di interevento di un’Associazione gay belle scuole di Roma, esattamente in occasione dei 25 anni di attività dell’Associazione. Lo slogan del progetto è 'Smontiamo i bullismi' ad indicare una varietà di situazioni in cui gli adolescenti si vengono a trovare nei loro anni di formazione".
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Senegal: in 10 arrestati per omosessualità, altri in fuga
di Gay.it
Giovedì 7 Febbraio 2008

Fotografati durante un matrimonio gay un anno e mezzo fa, sono stati portati in carcere il 3 febbrario dalla polizia criminale senegalese. Da allora non si hanno più notizie dei 10 ragazzi omosessuali.
Dieci persone sono state arrestate a Dakar, la capitale Senegalese, dalla mattina di domenica 3 febbraio, dopo che un popolare magazine locale, Icones, ha pubblicato fotografie di una cerimonia nuziale tra due uomini senegalesi. Il matrimonio dovrebbe aver avuto luogo a Dakar più di un anno e mezzo fa. Gli arresti si sono svolti per ordine di Asane Ndoye, capo della Divisione di Investigazione Criminale della Polizia Senegalese. Non risulta chiaro dove le donne e gli uomini siano detenuti.
"Gli arresti di massa di persone semplicemente perché sono gay terrorizza l’intera comunità," dice Paula Ettelbrick, direttore esecutivo di IGLHRC. "I trattamenti inumani verso gay e lesbiche devono finire. Ci appelliamo alla comunità internazionale perché faccia osservare la legge internazionale sui diritti umani rdquo;. L’Human Rights Committee delle Nazioni Unite nella sua decisione sul caso Toonen contro Australia (1994) ha affermato che l’attuale protezione contro le discriminazioni negli Articoli 2 e 26 della Convenzione Internazionale sui diritti Civili e Politici (ICCPR) include l’orientamento sessuale come uno status protetto.
"Temiamo per le nostre vite, specialmente quelli di noi che si vedono nelle foto" ha dichiarato Jean R., un attivista gay Senegalese che ha parlato a ILGA e IGLHRC dall’hotel dove sta cercando rifugio. "Alcuni di noi si sono nascosti e altri stanno lasciando il paese".
Il Senegal è uno dei pochi paesi africani francofoni che penalizzano l’omosessualità. Secondo l’articolo 3.913 del codice penale senegalese, gli atti omosessuali sono punibili con la detenzione da 1 a 5 anni e con una multa da 200 a 3000 dollari.
"Molti considerano il Senegal uno dei paesi africani più progressisti nei confronti dell’omosessualità," sostiene Joel Nana, dell’IGLHRC per l’Africa Occidentale, "Il Governo ha incluso un impegno per combattere l’HIV tra gli uomini che praticano sesso con altri uomini nel suo Piano nazionale di lotta all&rsquo AIDS sin dal 2005. Ecco perché abbiamo trovato questi arresti molto preoccupanti e pericolosi".
Il Senegal ha forti legami politici ed economici con un numero di istituzioni e governi islamici conservatori, e ospiterà a marzo il summit dell’Organizzazione della Conferenza Islamica (Organization of Islamic Conference, OIC).
In queste circostanze IGLHRC (International Gay and Lesbian Human Rights Commission) e Pan-African ILGA esprimono preoccupazione e dubbi sul fatto che il Senegal sia adatto a ospitare La prossima Conferenza internazionale sull&rsquo AIDS e le le malattie sessualmente trasmissibili in Africa (ICASA), prevista a Dakar per il dicembre 2008.
"Non ci sarà posto per un’aperta ed esauriente discussione sulle dimensioni dei diritti umani dell’HIV di fronte a queste vessazioni," ha dichiarato Danilo da Silva, co-presidente di Pan-Africa ILGA, una federazione che raccoglie oltre 40 gruppi gay e lesbici da tutte le parti dell’Africa. "Ci aspettavamo di più da un paese leader come il Senegal".
Il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli ha chiesto alle autorità italiane di intervenire tramite le sedi diplomatiche per chiedere e ottenere il rilascio dei dieci detenuti e per assicurarsi del rispetto dei diritti umani nei confronti delle persone omosessuali in Senegal.

2 commenti:

Maurizio Cecconi ha detto...

Se qualcuno fa il bullo con te, digli di crescere.

Felipe ha detto...

Grazie per la segnalazione.