Perché è un mio diritto.
Perché queste elezioni sono illegali, incostituzionali: non ci viene data la possibilità di scegliere, andremmo solo a ratificare la volontà delle segreterie di partito, che sono le stesse che hanno varato il 'porcellum' e se ne vantano, che sono le stesse che si sono barricate nel palazzo lontane anni luce dai problemi reali del Paese, che infatti si guardano bene dal risolvere, e che fanno della politica attiva una professione con la quale campare tutta la vita, non una missione, e che non ha nulla a che fare con la meritocrazia ma che in compenso si paga coi soldi pubblici.
Perché non voglio legittimare col mio voto una classe politica impresentabile, che ha fatto precipitare il nostro Paese agli ultimi posti d'Europa e del mondo quanto a progresso culturale, civile ed economico, che con la continua regalìa di potere e privilegi alle varie caste e lobbies (a cominciare da quella dell'informazione) mina essa stessa alle sue fondamenta la democrazia che dovrebbe rappresentare.
Perché in questa campagna elettorale surreale, nessuno di quelli che hanno concreta possibilità di governare parla di laicità dello Stato, di diritti civili, di eguaglianza dei cittadini, al contrario tutti fanno a gara per rivestire con una patente di -falsa- legittimità ogni indebita ingerenza vaticana.
Perché non voglio legittimare con la mia partecipazione alle elezioni il gigantesco furto di denaro pubblico -quindi anche il mio- che è il rimborso elettorale ai partiti.
Perché tanto l'inciucio del cosiddetto "governo di unità nazionale", o di "responsabilità" o come altro lo chiamano, è già scritto, di fatto rendendo le elezioni un altro, ennesimo spreco di tempo e di denaro pubblico. Le riforme potevano essere fatte in questa legislatura, ma ha prevalso per l'ennesima volta l'interesse di bottega su quello dei cittadini.
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