mercoledì 21 maggio 2008

Laicità… chi era costei?



Di Alessio Lisi, da Resistenza Laica.

Ormai in Italia è in corso un tam-tam politico-mediatico per cui i clericali non si definiscono per quello che sono ma pretendono l’etichetta di laici (forse perché in fondo anche se ubbidienti a Romana Chiesa non portano l’abito monastico) definendo laicisti coloro che in questo paese si battono e tentano di difendere la laicità dello Stato, come se non bastassero già gli ossimori viventi degli atei-devoti.
Fa parecchia tristezza vedere come questo paese invece di andare avanti nella lotta per i diritti preferisce tornare indietro sul cammino della Storia; non solo sbarrando la strada al riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto, alla fecondazione assistita, alla ricerca sugli embrioni, al divorzio breve ma mettendo sotto attacco e in discussione un pietra miliare di ogni stato civile che si rispetti: l’aborto.

Questa nazione di cattolici che dicono sempre sì al Vaticano, che partecipano al Family Day essendo quasi tutti divorziati, che parlano in Parlamento e ai comizi di difendere i valori sacri della famiglia salvo poi essere beccati a far festini a base di cocaina e prostitute (memento on. Mele) attaccano qualsivoglia cosa in odore di libertà di coscienza.

Per usare le parole di Sam Harris in Lettera ad una nazione cristiana, siamo di fronte ad “una vera e propria emergenza sia morale che intellettuale” e, proprio come lui, tutti noi laici italiani dobbiamo proporci «il fine specifico di demolire le pretese intellettuali e morali avanzate dal cristianesimo nelle sue forme più radicali».
Non possiamo tirarci indietro, la posta in gioco è troppo alta: la libertà di ogni individuo di disporre liberamente di se stesso, del proprio corpo e della propria vita.

Se la classe politica di un paese accetta senza condizione il diktat del Vaticano trasformandolo in legge (legge 40 sulla procreazione assistita) oppure negando che si arrivi ad una legge (coppie di fatto, testamento biologico, eutanasia) oppure mettendo sotto attacco leggi già esistenti (la 194 sull’aborto) dobbiamo prendere atto di vivere in uno regime teocratico morbido, dove il potere non è direttamente nelle mani dei vescovi ma esso è comunque controllato dalla chiesa in maniera indiretta.
L’Iran è l’espressione di un regime teocratico duro: una democrazia, perché democrazia resta pur sempre, controllata e sorvegliata dagli ayatollah; l’Italia di questo passo sarà una democrazia controllata dalla Cei.

Ogni essere umano ha il diritto di poter professare liberamente la propria religione ma nessun essere umano ha il diritto di obbligare chi non la pensa come lui a sottostare a determinate leggi o vincoli morali che non lo riguardano.
Se un cattolico/a crede davvero che l’embrione sia un essere umano dotato di anima (strano perché il supposto Creatore fa abortire spontaneamente il 50% degli embrioni concepiti e il 20% delle gravidanze, il che implicherebbe che o il supposto Creatore-Dio è abortista o le donne vanno incolpate di omicidio colposo) può rifiutarsi di ricevere cure che prevedono l’utilizzo di cellule staminali;
Se un cattolico/a crede che l’aborto sia un omicidio nessuno mai lo costringerà ad abortire;
Se un cattolico/a crede che l’eutanasia sia un omicidio nessuno mai lo costringerà a subirla;
Se un cattolico/a crede che le unioni di fatto siano un peccato nessuno mai lo costringerà a non sposarsi in chiesa secondo il rito religioso da lui/lei professato; ma se uno cattolico non è ha tutto il diritto di scegliere liberamente della propria vita.
Abbiamo il compito di demolire le pretese di Romana Chiesa di controllare le nostre vite, per farlo serve l’impegno civile di tutti i veri laici.
Ognuno contribuisca come può.
No pasaran!

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Su questo, ovviamente, sono d'accordo. Ma sono anche pessimista. La percezione del pericolo teocratico per adesso riguarda solo alcune categorie di "minoranza" (una parte delle donne, la maggior parte delle persone lgbt, che sono comunque poche, e qualche altra), nessun altro si muoverà finché non si sentirà direttamente minacciato, o defraudato dei suoi diritti.
Perché non aprire allora IL dibattito, quello che io considero urgente: come 'risvegliare' i laici tutti, come far percepire loro che il pericolo non è retorico ma reale? Eh?
F.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

mah!

messa come la mette questo articolo , la battaglia ve la fate

Ti faccio qualche esempio per spiegarti il perchè:

1) sulla 40 .
Io sono per la vita dal concepimento.
Ritengo possibile la sperimentazione solo su quelli non impiantibili. Ritengo che si debba permettere la diagnosi pre-impianto e la fecondazione eterologa. MA salta fuori sempre qualcuno che mi da del clericale per via della "vita dal concepimento".

2) sulle coppie omosessuali.
Sono favorevole al matrimonio gay e a tutto ciò che comporta.
Sostengo però che sia diritto di un cittadino anche essere omofobo purchè ciò non crei discriminazione nei comportamenti(esempio: non ti curo perchè sei gay).
E salta sempre fuori qualcuno che mi accusa di essere omofobo.

3) sulla 194.
essendo per la vita dal concepimento , ritengo che non esista il diritto ad abortire. Che la vita del concepito vada tutelata ma che , in determinati condizioni, la donna possa abortire legalmente e tutelata dallo Stato perchè "costretta" dalle circostanze esterne quindi interpreto l'aborto in tali casi come una sorta di legittima difesa.
E salta sempre qualcuno che mi accusa di essere maschilista.

bene, con l' impostazione che questo post da alla battaglia per la laicità finirei per sorbirmi le solite accuse perchè sembrerebbe che chi vuole dar diritto al concepito non sia laico.

NON E' COSI' , almeno non sempre!

se io vedo una persona in un individuo allora sono obbligato a chiederne la protezione dello Stato! per me non cambia prospettiva rispetto a chiedere la difesa dello Stato per le donne, per i gay, per i neri, per gli ebrei quindi è una posizione perfettamente LAICA.

Quel che posso fare è appoggiare le campagne che chiedano di armonizzare le varie parti in casua (madre/figlio, embrione/malato)

ma ciò è incompatibile con l'impostazione "laica" secondo questo post.

saluti
fuoriposto

Anonimo ha detto...

in questa frase:

"se io vedo una persona in un individuo allora sono obbligato a chiederne la protezione dello Stato!"

è ,chiaramente, embrione al posto di individuo

Felipe ha detto...

Anonimo: l'articolo parla chiaro, il problema sta più a monte.
Al di là delle opinioni -ognuno ha le sue- la domanda è se in uno Stato laico, laico almeno in teoria, il cittadino abbia o no il diritto all'autodeterminazione, cioé a fare quello che vuole della sua propria vita, non di quella degli altri.
Il problema sta nel fatto che l'organo legislatore -il Parlamento- subisce le pressioni di un altro Stato, il Vaticano, affinché legiferi secondo la morale cattolica, e spero non vorrai negare che questa 'pressione' esista.
La laicità -in estrema sintesi- è questo: decidere liberamente per se stesso, e prima ancora creare le occasioni di scelta.
In Italia, oggi, è difficilissimo...

Felipe ha detto...

Voglio dire anche un'altra cosa: il termine "laicismo" è una pura invenzione linguistica, di fatto non esiste.
E' una parola che viene usata da gran parte del mondo cattolico come pretesto per difendere la sua ideologia, ma dire che il 'laicismo' sia una minaccia per chicchessia è quanto meno disonesto.
Si può imporre una ideologia, una dottrina, ma la laicità... se io ti do più libertà di scelta, cos'é che ti ho imposto? Anzi, semmai ti ho dato.

Anonimo ha detto...

non mi voglio metter a far polemiche ma non credo che hai centrato il succo del mio discorso:
IO SONO DISCRIMINATO TRA I LAICI PER LE MIE OPINIONI e se permetti tra il veder discriminato un altro ed esserlo io stesso da questo altro, preferisco la prima ipotesi (lo so, sono stronzo)

nello specifico:

sono d'accordo sul fatto che il Vaticano faccia un'operazione di ingerenza (io la chiamerei lobby)che sta danneggiando l' Italia ma personalmente più che prendermela con una lobby me la prenderei con i politici che si fanno influenzare.
(Io sono favorevole al sistema delle lobby , dei gruppi di pressioni.)



La questione della autodeterminazione dell'individuo è più complessa nel caso dell'embrione perchè per chi vede un individuo nell'embrione, anche l'embrione ha dei diritti e quindi gode innanzitutto di quello alla vita cioè i soggetti da proteggere non sono uno(la madre) ma due(madre, figlio).
Ponendo la questione sul piano che la pone il post ed il tuo ultimo commento(escludere che sia laicità difendere l'embrione),
tu impedisci a me di fare , insieme a te, fronte comune contro il Vaticano.


Il termine laicismo che sappia io esiste da tempo.
Ed indica il movimento che vuole la laicità.
Ultimamente, l'egemonia culturale cattolica gli da dato un significato negativo (in realtà , ha un significato originario positivo).

ciao ed in bocca al lupo per tutto :-)

fuoriposto

Felipe ha detto...

Fuoriposto: l'articolo non parla di temi specifici (40, 194, omofobia o altro) ma parte da più lontano, parla di laicità e di chi ha voglia di impegnarsi a difenderla. Prima ancora di confrontarsi sulle opinioni, bisognerebbe che a tutti fosse garantita la libertà di scelta, cosa che adesso non c'é. Questo è il punto. Se siamo d'accordo su questo, poi, chi ci impedisce di lottare insieme?
Lo ripeto: non è una battaglia sulle opinioni, ma sulla libertà!
I termini Laico e Liberale, infatti, vanno a braccetto.

Comunque, ti dirò una cosa: anche io sono per il rispetto della vita fin dal concepimento; ai più pare strano, per un ateo, ma è così, e ti dirò anche che io non mi sento affatto discriminato tra i laici per quello che penso, in virtù di quello che ho scritto in apertura di questo commento. Mi pare di capire che almeno su questo siamo d'accordo.
Da qui in poi... vedi, io sono un uomo, non porterò mai un'altra vita dentro me, niente gestazione, niente parto eccetera. Quindi: se parliamo di aborto (e fecondazione) io non mi sento titolato a farlo, almeno non quanto una donna. Si, perché è la donna a vivere tutto questo su di se. Hai notato che tutto il dibattito sull'aborto, in campagna elettorale, è stato portato avanti solo da uomini? E le donne? Non hanno voce in capitolo?
Dunque, sull'embrione come vita in senso pieno potrei anche essere d'accordo con te (sebbene la scienza -che, al contrario della religione, è dimostrabile- dica un'altra cosa), ma alla fine io mi inchino di fronte alla decisione che prende la donna interessata, e là mi fermo.

Sull'omofobia: come fai a dire di non essere omofobo e nel contempo sostenere che esiste un diritto ad esserlo? L'omofobia -lo dice l'etimo del termine- è una patologia, ed è potenzialmente e fattivamente pericolosa. Non esiste alcun diritto a nessuna forma di razzismo!

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E' strano, però: ovunque e pressoché con chiunque si tenti di parlare di laicità si finisce per parlare di aborto. Non è pazzesco?

Felipe ha detto...

Per esempio, prova a leggere qua:

http://triangolorosa.blogspot.com/2008/04/prego-entrate-pure-nelle-nostre-mutande.html