lunedì 9 giugno 2008

Dacci oggi il nostro Pride quotidiano...



A leggere le cronache del giorno dopo, m'é venuta alla mente la folgorante battuta di Gianni Ippoliti che, inviato per una trasmissione televisiva in uno stadio di calcio completamente vuoto, disse: "eccomi, come vedete sono uno, ma secondo la questura sono meno di uno".
Sabato a Roma non eravano certo 500 mila come sbandierato dagli organizzatori, ma a occhio direi che almeno (almeno) 15.000 persone c'erano tutte. Sommate a quelle presenti contemporaneamente a Milano, direi che è un buon numero.
E' inutile dilungarsi sull'utilità o meno del Pride, ma siccome ogni volta che qualcuno scende in piazza si dice sempre "il governo adesso non può ignorarci", oppure "tutta questa partecipazione pretende una risposta", sottinteso da parte delle istituzioni, del governo o di chicchessia, mi piacerebbe davvero che qualcuno la faccia finita di ignorarci, alla fine di questo mese di Pride in giro per l'Italia.
Ma so bene che questo -ignorarci- è esattamente quello che faranno.

Ciononostante è stato bello esserci, ieri, essere tra gente che non si nasconde, una volta tanto, che è se stessa in atteggiamento positivo, grande gioia, allegria e una sana, sanissima incazzatura, rabbia positiva, consapevolezza della dignità della propria persona, della giustezza delle proprie rivendicazioni; pronti -si spera- a fare Resistenza in un periodo particolarmente buio e difficile.

Da adesso in poi, come singoli cittadini si tratta di continuare a lottare ogni santo giorno nel contesto quotidiano: casa, lavoro, amicizie eccetera; si tratta di smettere di calpestare la nostra dignità solo per compiacere l'omofobo di turno. Prossimo appuntamento (per quanto mi riguarda): Bologna!
Dacci oggi il nostro Pride quotidiano...
F.










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