venerdì 6 giugno 2008

Gay Pride, l'ultima manifestazione LAICA...



Qualunque cosa ne possiamo pensare, il Pride è l'ultima grande manifestazione LAICA che c'é rimasta, non c'é nient'altro, nessun'altra occasione per i laici italiani per dimostrare che esistono e per rivendicare i loro diritti e le loro istanze: netta separazione tra Stato e Chiesa (sta scritto nella Costituzione), fine dell'influenza nefasta di un certo tipo di cattolicesimo sulla politica e sulla società, con tutto quel che ne consegue. Mai come in questo caso gli interessi di una minoranza -il popolo lgbt- coincidono con quelli della nazione intera. Dai cattolici 'da sbarco', quelli 'armati' dal Vaticano, non possiamo aspettarci niente se non la solita arroganza, dai laici invece dovremmo aspettarci una partecipazione massiccia, in assenza di altre iniziative della stessa portata. L'ho chiesto più volte: riusciranno prima o poi i "bei laici addromentati" a risvegliarsi, che 'noi' (gay, femministe, atei...) li stiamo baciando da un pezzo?

Domani Gay Pride a Milano e a Roma; qui, la sceneggiata della piazza finale del corteo si è conclusa come al solito, con la vittoria dei
"mandanti" occulti: due preti che cantano in processione e il questore che capitola e nega il permesso concesso due mesi fa. Poco male: ci si ritroverà tutti a piazza Navona, quella del
"coraggio laico".

Un articolo della sempre ottima Tiziana Ficacci e di
NoGod:
6/06/08 - Pierluigi da Palestrina batte i Village People 1 a 0. Complice un arbitro venduto: la Questura di Roma. Annullato il permesso già concordato e sottoscritto per concludere il Gay Pride romano in Piazza San Giovanni con la scusa che la manifestazione nella piazza avrebbe disturbato l'esecuzione di musiche sacre nella Basilica. Ma la vera ragione è che i preti oggi, con Berlusconi e le destre bigotte al governo, possono ottenere qualsiasi cosa da qualsiasi organo di potere dello Stato. Anche un figuraccia come quella che ha contraddistinto oggi la Questura, diventata organo di polizia del Vaticano, il quale estende così la sua giurisdizione statuale anche sulla Piazza oltre che sulla Basilica. I confini fisici del Vaticano si allargano sempre di più e fra poco ingloberanno l'intero territorio nazionale che è ormai a tutti gli effetti, anche per la polizia, un Vicereame del Papa Re. Ed ecco il pensiero di Tiziana Ficacci sul caso Gay Pride.

6/6/08 – La culla del diritto. Grave sconfitta per il gay pride romano di domani che si concluderà a piazza Navona. La vicenda è nota: gli organizzatori della sfilata avevano ottenuto già da due mesi il permesso per sfociare, dopo un breve corteo, a piazza San Giovanni. Retromarcia della questura a manifesti già stampati e affissi in città perché nelle stesse ore all’interno della basilica c’è un concerto a conclusione di un convegno dell’Università Lateranense. La spiegazione non tiene, anzi denuncia un grave pregiudizio da parte della autorità preposta, che si premura di non mischiare il sacro col profano. E questo non gli compete perché la questura ha il compito di vigilare sull’ordine pubblico, e, a memoria d’uomo (e di donna) mai un gay pride ha creato problemi di ordine pubblico. Grave, gravissimo anzi, che il ministero dell’Interno non sia intervenuto a bloccare questa censura che, di fatto, emette un giudizio amministrativo sul gay pride. Ricordiamo che nel 2000, anno del giubileo cattolico, un simile tentativo di censura venne ventilato dalla Santa Sede che riteneva dissacrante che le vie della città potessero essere solcate da omosessuali provenienti da tutto il mondo. In quel caso il ministro dell’Interno Amato oppose alle pretese del Vaticano la Costituzione italiana che sancisce il diritto di manifestare liberamente e pacificamente. E se a questo aggiungiamo l’inopportuna questione del reato di immigrazione abbiamo fatto tombola. Una norma fatta per soddisfare la parte più frustrata e rissosa dell’elettorato di destra e che, nei fatti, sarà irrealizzabile. Ma che serve a sporcare ancora di più l’immagine del nostro paese, mostrandoci al resto del mondo come xenofobi e razzisti (non lo siamo proprio tutti).
Tiziana Ficacci


Io ho già detto come la penso. Buon Pride romano (e milanese) a chi ci sarà.
F.

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