BERLINO: GLI STRANIERI GUARDANO 'L'INVERNO' ITALIANO
Le coppie gay alla berlinale
martedì 12 febbraio 2008 , di ansa via Gay News
Berlino, 12 feb - E' stata per molti un'autentica scoperta la proiezione di Improvvisamente l'inverno scorso di Gustav Hofer e Luca Ragazzi che viene presentato oggi nella sezione documentaria di Panorama. Stupore, sorriso, un pizzico di sconcerto per le anomalie della realtà italiana sono le reazioni che si raccolgono più frequentemente tra addetti ai lavori e osservatori stranieri che sono venuti in gran numero a interessarsi del film sulla scia del suo tema e delle trasformazioni in corso sulla nostra scena politica e istituzionale."Ad essere sinceri - dicono i due autori che a Berlino sono di casa da anni, specie Gustav Hofer che lo scorso anno conduceva la cerimonia del tradizionale Teddy Bear, il premio più trendy e anticonoformista della Berlinale - eravamo soprattutto preoccupati che i giornalisti stranieri non capissero proprio molte sfumature del racconto. Non è facile spiegare il percorso della società italiana dell'ultimo periodo se non la si vive dall'interno. Invece alla prima proiezione non sono mancate le risate (a cui tenevamo molto perché non ci interessava un documentario classico o un semplice pamphlet polemico), abbiamo riscontrato un interesse e una simpatia reali, ci è sembrato di essere meno soli". A qualche mese dalla conclusione delle riprese, alla vigilia di una nuova tornata elettorale che allontana ancora ogni discussione sui diritti delle coppie omosessuali in Italia, cosa pensano Hofer e Ragazzi del sentire comune italiano su questi temi? "Che siamo un popolo quantomeno ingenuo - risponde Luca Ragazzi - pronto a credere a tutto quanto legge o ascolta dalla propaganda e intimidito di fronte ad ogni manifestazione di novità o diversità". Rimpianti e gratitudine per chi vi ha affiancato o reso le cose difficili durante il vostro viaggio nella cronaca italiana? "Molta gratitudine per Barbara Pollastrini - dice Gustav Hofer - che è stata coerente e attenta al nostro punto di vista fino all'ultimo momento possibile, qualche rimpianto per non essere mai riusciti a intervistare Rosy Bindi, troppo impegnata nel lavoro politico e di governo per rilasciarci un'intervista. Ma per il resto ci possiamo dire soddisfatti: avevamo 35 ore di materiale girato, volevamo fare qualcosa di molto diverso da un'inchiesta tv, siamo restati alla moviola fino all'ultimo momento possibile per fare un lavoro professionale e divertente. Nei prossimi giorni vedremo se sarà possibile farlo vedere anche in Italia, ma speriamo che l'eco del festival ci aiuti".
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